L’olfatto del pescecane è sempre stato descritto come qualcosa di impressionante, al limite della capacità soprannaturali. Una goccia di sangue ad un km di distanza, nel mare ( considerando anche tutte le correnti esistenti), questo ne fa, indiscutibilmente, il maggior predatore tra quelli che bazzicano i fondali marini.
Ma come funziona il naso dello squalo? In che modo è così sensibile? Come fa ad individuare esattamente la posizione della sua potenziale vittima anche a distanze chilometriche? Jonathan Cox, dell’universita’ di Bath, ed alcuni suoi colleghi dell’Universita’ di Cambridge sono riusciti a scoprirlo e la chiave starebbe proprio nel gesto tipico del pescecane di muovere repentinamente la sua testa da una parte all’altra, “spazzando” l’acqua. Questo gesto gli permetterebbe di far arrivare l’acqua marina introdottasi attraverso le narici ad una zona particolare del cervello, completamente dedicata al senso olfattivo. Gli stimoli al cervello arrivano sotto forma di segnali chimici, inviati da alcuni recettori presenti nelle cavità nasali, che trasformano ciò che loro ” viene detto dal mare” a ciò che ” devono dire” ( appunto i segnali chimici) al cervello dello squalo.
La ricerca è stata svolta attraverso la riproduzione computerizzata in 3d di un modello della testa di uno squalo-martello. Anche durante la ricerca, più volte il modellino di testa è stato mosso, allo scopo di cambiare l’angolo di entrata dell’acqua, alla quale era stato aggiunto un colorante rosso, nella cavità nasale.
Questo espediente ha permesso a Cox e agli altri ricercatori di constatare che nonostante i cambiamenti d’angolo ai quali viene sottoposta la riproduzione in laboratorio della testa dello squalo, l’acqua ( e il colorante) si distribuisce comunque in modo praticamente equivalente per tutta la cavità nasale. Tale processo ovviamente aumenta di gran lunga le capacità recettive dello squalo rispetto a qualunque altro predatore non sia dotato della stessa capacità. Viene spiegato quindi anche il perchè del movimento tipico dello squalo durante il nuoto; lo scagliare da una parte all’altra la testa è finalizzato a reperire la maggiore quantità d’informazioni possibile su eventuali prede nelle vicinanze.
A.S.