Carceri: il nuovo ddl conquista consensi

Il nuovo disegno di legge proposto dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per tamponare l’emergenza negli istituti penitenziari del Paese inizia a riscuotere maggior successo, dopo gli “aggiustamenti” approvati ieri in sede di commissione Giustizia alla Camera. Tre gli emendamenti, a firma del sottosegretario Giacomo Caliendo, proposti dal governo per migliorare il testo; un “lifting” normativo indispensabile per spegnere le numerose bocciature della prima ora, piovute addosso al provvedimento anche su iniziativa del ministro Roberto Maroni.

Il nuovo testo non prevede più l’automatismo della “conversione” dell’ultimo anno di detenzione ai domiciliari. A decidere sarà piuttosto il magistrato di sorveglianza che valuterà l’opportunità di consentire i domiciliari ai detenuti (che devono scontare gli ultimi 12 mesi di pena) sulla base di una relazione sulla loro condotta, trasmessa dall’istituto penitenziario. La relazione dovrà essere corredata anche da un verbale di accertamento della idoneità del domicilio: agli immigrati, per esempio, non verrà consentito di scontare l’ultimo anno di detenzione presso un Cie (Centro di identificazione ed espulsione), mentre i tossicodipendenti che seguono un programma di recupero potranno scegliere di scontare il resto della pena  all’interno di  una comunità pubblica o privata.

Nessuna possibilità, invece, per i condannati per i reati più gravi come terrorismo, criminalità organizzata, prostituzione minorile, violenza sessuale e omicidio. E ovviamente per i detenuti sottoposti al 41bis, ai quali non sarà permesso di uscire dal carcere. Non solo: se una volta tornato a casa, il detenuto si allontanerà dal domicilio, verrà ricondotto in carcere con un aumento di pena che può arrivare a tre anni.

Il secondo emendamento presentato ieri in Commissione Giustizia alla Camera prevede invece un rafforzamento e adeguamento dell’organico di polizia penitenziaria. Tra le novità, quella di accorciare i tempi previsti per la formazione iniziale degli agenti e l’avvio di una serie di iniziative tese a fronteggiare, in maniera più muscolare, il sovraffollamento delle carceri.

Nel corso della seduta di ieri è stato inoltre approvato all’unanimità  lo “stralcio” dell’articolo del ddl che prevedeva la sospensione del processo a carico degli imputati per i reati minori, puniti con pena pecunaria o con pena detentiva inferiore ai 3 anni. L’unico voto contrario è stato quella della radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame proprio per protesta al  sovraffollamento delle carceri.

“Si sta trovando un ottimo punto di intesa – ha commentato ieri Angelino Alfano, in riferimento agli emendamenti presentati da Caliendo – e credo che in commissione si potrà andare oltre alla stessa coalizione di governo”. “Si è migliorato molto il provvedimento – ha osservato anche il ministro Roberto Maroni, polemico verso la prima versione del ddl presentato dal Guardasigilli – sono state accolte molte richieste che avevo fatto. Spero che continui ad essere migliorato prima della sua approvazione definitiva”.

Maria Saporito