Pescara, 12 maggio. “Vado in giro per l’Italia e la gente mi ha già assolto“, dichiara un sempre più sereno Ottaviano Del Turco, che questa mattina sembra aver assistito quasi da spettatore dal banco degli imputati alla prima udienza del processo a suo carico per i presunti giri di tangenti della sanità abruzzese, per i quali era stato arrestato nel 2008.
E dalla Procura di Pescara, attraverso le parole del procuratore capo Nicola Trifuoggi, fanno sapere dal canto loro, in risposta: “I processi si fanno in aula, noi mica facciamo processi mediatici”. Anche in aula Del Turco ha concentrato l’attenzione sulle diatribe politiche del caso, prendendosela con il Partito Democratico in generale, e soprattutto alla parte di esso che considera fautore delle sue disgrazie personali. “Questa operazione contro di me è stata diretta da una parte del Pd che sta scomparendo”. Ed invita pubblicamente il partito a riflettere.
Del Turco era stato arrestato nel 14 luglio del 2008 insieme ad alcuni assessori regionali dell’Abruzzo. L’inchiesta si è per ora conclusa con un rinvio al prossimo 7 giugno. Comunque, a suo dire, dal 2008 ad ora in Abruzzo molte cose sono cambiate nel Partito democratico. Come per introdurre l’ipotesi che di questi tempi una cosa simile non sarebbe accaduta.
“Il Pd in Abruzzo non ha più vinto da nessuna parte, ha perso anche a Guardiagrele”, ha detto soddisfatto e stizzito Del Turco dopo l’udienza, insistendo su questo tipo di chiodo della rivalsa politica. Ed ha continuato ancora per un po’, guardandosi intorno per puntare qualche dito accusatore e distrarre l’attenzione del pubblico mediatico, con talento da prestigiatore: “Proprio al Pd vorrei dire che da oltre un anno ci sono 1.500 dipendenti del gruppo Villa Pini che non percepiscono lo stipendio, mentre Angelini nel frattempo portava via una barca di soldi”.
Sono in tutto coinvolte nell’inchiesta 33 persone, per un danno che si ipotizza essere di circa 15 milioni di tangenti, che sarebbero stati versati dall’imprenditore del settore sanitario Vincenzo Angelini a favore delle giunte di centrodestra e centrosinistra, presiedute rispettivamente da Giovanni Pace e Ottaviano Del Turco, con l’intento di ottenere alcuni trattamenti di favore per le sue cliniche. I reati contestati ai 34 imputati sono dunque quelli di associazione per delinquere, concussione, corruzione, truffa, falso.
Proprio Vincenzo Angelini è l’accusatore maggiore all’interno del processo in corso. Commenta l’avvocato
dell’ex governatore Giandomenico Caiazzo, in riferimento a lui: “Angelini? E’ singolare: a distanza di due anni non c’è l’ombra di un riscontro sulle sue accuse. Da parte di Angelini abbiamo ascoltato soltanto un soliloquio“. L’inattendibilità presunta di Angelini, ora ai domiciliari per bancarotta dallo scorso 27 aprile, è uno degli argomenti più “studiati” e sfruttati dalla linea difensiva di Ottaviano Del Turco.
All’udienza preliminare di questa mattina Vincenzo Angelini non era presente. In aula oltre a Del Turco, tra gli imputati presenti, l’ex presidente della Regione Giovanni Pace, l’ex assessore alla Sanità Bernardo Mazzocca, l’ex manager della Asl di Chieti Pierluigi Conga, l’ex assessore alle Attività produttive Antonio Boschetti.
E’ pronto, ad ogni modo, a chiedere i danni, Angelini. Si costituirà parte civile nell’ambito del procedimento, cosa che è stata annunciata oggi, a margine dell’udienza preliminare che ha avuto luogo nel Tribunale di Pescara, il suo legale Sabatino Ciprietti. “E’ un processo – ha detto Ciprietti ai giornalisti presenti – con fatti in buona parte abbastanza acclarati“.
L’avvocato di Angelini ha posto l’accento poi sul fatto, da lui ben spiegato ed ammesso nella concretezza della situazione, che quella di Angelini “è una posizione da chiarire per quanto riguarda la parte da imputato, mentre la sua posizione è abbastanza più chiara per quanto riguarda la parte offesa“. Riguardo la vicenda per la quale invece lo stesso Angelini si trova attualmente agli arresti domiciliari per bancarotta, l’avvocato Ciprietti ha evidenziato che “non c’entra nulla, trattandosi di fatti successivi, e l’insolvenza si è creata in epoca successiva”.
S. K.