
La Crisi (o “Crisis”, come la chiamano in terra iberica) ha portato un pò tutti a fare i conti con il proprio bilancio, inclusa la Spagna che – nonostante sia uno dei paesi europei con il maggior tasso di crescita degli ultimi vent’anni – ha deciso di chiudere un pò i rubinetti, soprattutto per quanto riguarda la spesa pubblica. Scopo ultimo dei tagli è quello di risparmiare fino 15 miliardi di euro tra 2010 e 2011, per centrare l’obiettivo di una riduzione del disavanzo al 6% del Pil il prossimo anno.
Un provvedimento decisamente sostanzioso, che ha diversi punti nodali: in primis oltre 6 miliardi di tagli agli investimenti pubblici quest’anno e il prossimo, oltre alla soppressione del contributo ai nuovi nati di 2.500 euro a famiglia, alla riduzione di 13.000 posti di lavoro nel pubblico quest’anno e una riduzione media delle retribuzioni statali del 5% nel 2010, seguita da un congelamento nel 2011.
“Dobbiamo fare uno sforzo particolare eccezionale e straordinario per ridurre il nostro disavanzo pubblico e dobbiamo farlo ora che l’economia inizia a recuperare”. Questo è stato il commento del Primo Ministro spagnolo José Luís Zapatero davanti al Parlamento, pronunciato con la piena consapevolezza che una manovra così impopolare come il taglio alla spesa pubblica non mancherà di suscitare polemiche, soprattutto tra la popolazione. Tuttavia il prossimo anno, secondo Zapatero, in conseguenza di queste misure la crescita spagnola sarà di “qualche decimo” inferiore all’1,8%.
Secondo l’analista economico José García Zarate il pacchetto di misure avrà un possibile impatto deflazionistico: “Non si tratta tanto dei numeri in sé – ha dichiarato Zarate – quanto del messaggio inviato al mercato”. Intanto però si attende la reazione dei sindacati, che potrebbero non prendere bene una riduzione così consistente della spesa statale, soprattutto per quello che riguarda il pubblico impiego. Di fatto le misure intraprese da Zapatero sono ben motivate, visto che servono ad andare incontro alle richieste dei ministri delle Finanze europei per una stretta ai bilanci dopo il pacchetto di aiuti anti-crisi.
Roberto Del Bove