“Sono addolorato, devo informarvi che la piattaforma di gas naturale Aban Pearl è affondata alcuni momenti fa”, così il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha dato l’annuncio via twitter dell’ennesimo disastro in mare. L’allarme è scattato all’alba di oggi nel mar dei Caraibi ed è poi stato diffuso anche dal presidente tramite il noto social forum.
Le americhe sono sotto torchio, e mentre nel golfo del Messico si combatte ancora per fermare il petrolio della piattaforma Bp, la sicurezza di queste palafitte industriali in mezzo ai mari di cui poco o nulla si sa, desta più che mai l’attenzione pubblica e in modo particolare di ecologisti e ambientalisti.
L’impianto venezuelano offshore, datato 1977, fa capo alla Aban Pearl, una società indiana, ed è colato a picco all’alba di stamattina in una zona fra le isole di Trinidad e Tobago. L’incidente è avvenuto durante la trivellazione di uno dei 16 pozzi previsti da un progetto statale, denominato Mariscal Sucrel, una fra le tante avventure industriali a partecipazione privata zero, promosse da Chavez.
Il ministro dell’Energia e del Petrolio, Rafael Ramirez, ha tranquillizzato l’opinione pubblica poiché a detta sua l’incidente non causerebbe danni ecologici. Conferme e rassicurazioni arrivano anche da Chavez, che ha detto che i 95 lavoratori e i tecnici della piattaforma sono tutti salvi e ci sono due navi della forze marittime in pattuglia attorno al luogo dell’incidente. Non risultano ulteriori informazioni sulle cause dell’inabissamento della piattaforma
Andrea G. Cammarata