Ciancimino Jr: “Premier vittima della mafia. Dell’Utri lo teneva per le palle”

Un “sistema accerchiante”, Silvio Berlusconi, Mangano e Dell’Utri, il “signor Franco“, fantomatica figura che avrebbe cavalcato la trattativa stato-mafia e il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. E che sarebbe vicino a un “pezzo grosso” di oggi. Questo e altro, se già non bastasse, il resoconto recente di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito. E lo fa a stampa e tv, con Annozero ancora teatro di rivelazioni.

“Ho sempre detto che non ci sarà mai nessun magistrato che mi farà dire che Berlusconi è mandante delle stragi o mafioso perché a domanda ben precisa mio padre lo ha escluso. Berlusconi era invece una delle più grosse vittime di un sistema accerchiante che metteva sotto scacco le persone”. 47 anni, figlio di boss condannato nel 2001 a 13 anni di reclusione per favoreggiamento e concorso esterno in associazione mafiosa. E’ il custode di tante trame, che si intrecciano, pubblicamente, solo nelle sue parole.

Su una cosa, però, tende ad essere chiaro: l’esistenza di una sorta di “sistema accerchiante” che avrebbe messo sotto scacco l’attuale premier Silvio Berlusconi. Da parte di “soggetti ben vicini che erano a conoscenza di tante di quelle notizie e di quelle situazioni che potevano condizionare l’imprenditore”, precisa. “Mio padre mi ha sempre parlato di Silvio Berlusconi come di una vittima della mafia. Che a tutt’oggi ne subisce le conseguenze. Con la stessa serenità con cui dico che Berlusconi non è un mafioso – continua Ciancimino Jr – nessun giornalista, nessun Cicchitto o Gasparri mi farà mai dire che Dell’Utri è al di fuori da quegli ambienti”.

Precisa, interrogato su figure come quella di Mangano: “Non si capisce come mai – diceva mio padre – un imprenditore milanese debba ricorrere a uno stalliere come Mangano. Ovviamente prima facevano le cose e poi volevano esserne la cura, un atteggiamento tipico di una vecchia cultura mafiosa corleonese: creare il problema per risolverlo e diventare amico esclusivo. Diventare elemento indispensabile. Quello che poi, secondo mio padre, ha sempre fatto Dell’Utri con Berlusconi. Prima gli attentati alla Standa, poi il finto rapimento del figlio. E lui arrivava a risolvere. Accerchiato, Berlusconi è sempre stato accerchiato”.

“Mio padre – conclude – ha sempre parlato di lui come di una vittima della mafia, del più grosso imprenditore che è sempre stato sotto scacco e sotto ricatto della mafia. Se poi questo tipo di atteggiamenti dovevano essere denunciati, se poi si tratta di una vittima consapevole o inconsapevole non è un problema che mi riguarda. Questo deve deciderlo la magistratura”. Ma è ad Annozero, però, che il figlio di Vito Ciancimino libera dai filtri il messaggio che stava inviando. Incalzato da Santoro sul “premier vittima”, la verità – dice – è che “Dell’Utri a Berlusconi lo teneva proprio per le palle“.

Vincenzo Marino