Cina: pena capitale all’aggressore dei bambini

Xu Yuyuan, 45 anni, lo scorso 29 aprile era entrato in un asilo armato di coltello e aveva ferito 29 bambini e tre adulti, ma per fortuna non facendo nessuna vittima. Era poi stato assicurato alla giustizia.

Oggi è arrivata la notizia dell’avvenuto processo in Tribunale della stessa città dell’attentato, a Taixing nella regione dello Taizhou, nel quale hanno preso parte 300 persone.

Il Tribunale di Taixing si è dunque espresso a favore della pena di morte dell’attentatore nonostante non ci sia nessuna vittima, probabilmente per allentare la pressione delle continue ripercussioni contro i bambini.

Infatti, Yuyuan ha dichiarato che la sua mossa è stata dettata da vendetta contro la società cinese, dovuta dalle sue delusioni in campo lavorativo e personale.

Questo è il quinto incidente registrato in tutto il mese di aprile che riscontra episodi sempre a danni di minori. La sequela dei cinque era stata iniziata da un chirurgo, Zheng Minsheng, che aveva ucciso nella città di Nanping 8 ragazzi all’uscita dalla scuola a colpi di machete.

Il medico aveva ricevuto la pena di morte ed era stata successivamente fatta l’esecuzione capitale.

Altri tre si erano poi susseguiti dopo il medico, compiendo atti folli contro asili e scuole. Tra cui un uomo che si era dato fuoco dopo aver ferito dei bambini in un asilo a colpi di martello. In questi incidenti due degli assalitori si erano uccisi.

In tutti questi incidenti il conto delle vittime sale a 17 morti, tra cui 15 bambini, mentre tra i feriti si arriva addirittura a 80.

La Nuova Cina, agenzia di stampa cinese, ha annunciato quindi la strana pena di morte impartita a Yuyuan, arrivata dopo forse la frustrazione delle autorità cinesi che vedono sempre e più ripetuti interventi contro i bambini.

Ora si attende che l’esecuzione del carcerato avvenga, ma si attendono anche ulteriori ripercussioni dalla decisione che, nonostante sia stata accolta dal popolo cinese e dai presenti in tribunale, rischia di muovere le acque sul metro decisionale per casi analoghi.

di Andrea Bandolin