Sarà una puntata speciale quella che andrà in onda questa sera (Rai 2, ore 21.05). Michele Santoro, dopo la clamorosa rottura con i vertici dell’azienda e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dipendente, spiegherà in diretta le ragioni che lo hanno costretto a lasciare il suo posto. Annozero andrà comunque regolarmente in onda, di fatto fino al 10 giugno, e si occuperà di un tema scottante: il dilagare della pedofilia nella Chiesa.
Come si legge nel comunicato stampa della redazione, la scorsa domenica Papa Benedetto XVI, di fronte alle duecentomila persone accorse in Piazza San Pietro per sostenerlo, ha affermato: ‘Il peccato nella chiesa è il vero nemico da combattere”. Pochi giorni prima a Fatima aveva sottolineato che “il perdono non sostituisce la giustizia. Le sofferenze della chiesa fanno parte di quelle annunciate nel terzo segreto di Fatima”.
La domanda sorge spontanea: il Pontefice ha fatto abbastanza per accertare la verità circa i casi di pedofilia denunciati dentro la chiesa? A questo interrogativo cercheranno di rispondere gli ospiti in studio: il Vescovo di Palestrina Domenico Sigalini, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il giornalista Antonio Socci. In onda anche un interessante reportage firmato Corrado Formigli, Andrea Casadio e Luca Rosini, incentrato sulla battaglia legale intrapresa dagli Stati Uniti contro la gerarchia vaticana.
Nella puntata di questa sera non mancheranno le riflessioni di Michele Santoro in merito al clamoroso divorzio con l’azienda. Proprio ieri, in occasione della conferenza stampa di presentazione della puntata, il giornalista non ha risparmiato forti critiche alla Rai: “Ragazzi, non potevo continuare a lavorare accerchiato come il generale Custer. Non si può vivere bene in un’azienda che ti considera un nemico interno. Se digito il mio nome sulla banca dati Rai esce fuori l’espressione in causa”. A convincerlo definitivamente a lasciare la Rai, ha raccontato, è stata la decisione dell’azienda di ricorrere in Cassazione contro la sentenza con cui il 26 gennaio 2005 il giudice del lavoro obbligava la tv pubblica e restituire al conduttore un programma di prima serata. Un colpo basso che Santoro non ha mai digerito.