
Dopo che ieri l’esercito israeliano aveva fatto 9 vittime nella Freedom Flottila, scatenando l’ira di molti Paesi e successivamente alle dure parole mostrate dal presidente iraniano Ajhmadinejad e dal connazionale l’ayatollah Khamenei, la situazione per gli attivisti si sta lentamente riprendendo.
È iniziata stamattina alle 6.01, la prima espulsione dei cittadini turchi arrestati ieri e deportati nella prigione di Beer Sheva. I primi 50 verranno scortati all’aeroporto vicino Tel Aviv, Ben Gurion, per poi essere espulsi definitivamente.
È di 38 minuti dopo la notizia che diplomatici israeliani, presenti ad Ankara per discutere dell’accaduto, faranno ritorno in giornata in terra israeliana. Si pensa che coinvolti in questa operazione contro la Flottila ci sia una figura di spicco in Israele nonché personaggi appartenenti al Consolato.
24 minuti dopo è toccato a 250 dei 650 attivisti stranieri che la giornata precedente avevano tentato un blitz contro la Flottilla destinata a Gaza. L’espulsione è stata comunicata da una radio israeliana.
Per l’espulsione degli italiani invece, sei per la precisione, presenti nel contingente della nave filo-palestinese, è arrivata la notizia alle 8.21 che sarà questione di ore e dettagli tecnici per garantirne l’espulsione.
La notizia è arrivata dalla nostra diplomatica Stefania Craxi, giunta a Betlemme in Cisgiordania per colloquiare con il presidente palestinese Abu Mazen.
Delle 9.33 è la notizia che la Grecia averebbe comunicato con Israele per indire una conferenza ad Atene. Il segretario generale del ministero Yannis Alexis Zepos avrebbe invitato l’ambasciatore israeliano Ali Yahya nella capitale per parlare del blitz.
Il rallentamento della giornata si è avuto quando alle 11.03, Abu Mazen ha puntato il dito contro Israele accusandolo di terrorismo di Stato, sostenendo che il blitz contro la nave che portava aiuti a Gaza sia un blitz contro Gaza stessa.
A indire e velocizzare la situazione per evitare ulteriori ripercussioni, Benjamin Netanyahu il premier israeliano, che ieri sera ha dichiarato di voler terminare le espulsioni nel giro di 48 ore.
di Andrea Bandolin