Ieri mattina il primo pensiero, aprendo la bacheca di Facebook tempestata di messaggi contro Feltri e “Il Giornale”, era stato che qualche burlone, a dire il vero poco simpatico, avesse messo in funzione il proprio Photoshop per sollevare un pò di ulteriore polverone intorno all’attacco dell’esercito israeliano contro le navi dei pacifisti diretti a Gaza per portare diverse tonnellate di aiuti al popolo palestinese.
Purtroppo, però, non esiste nessun burlone e Vittorio Feltri ha veramente aperto il suo editoriale sull’edizione di ieri de “Il Giornale” scrivendo, a caratteri cubitali, che “Israele ha fatto bene a sparare” facendo “dieci morti tra gli amici dei terroristi”, perché “con la scusa del pacifismo una flotta di navi voleva violare la sovranità dello Stato ebraico e portare aiuti ad Hamas”.
Come dovrebbe essere ovvio in una democrazia, “leggi bavaglio” a parte, ogni giornalista dovrebbe avere il diritto di scrivere ciò che pensa, di offrire ai lettori la sua libera opinione su quanto accaduto; deve esistere, però, un limite invalicabile: quantomeno il dovere di accompagnare i propri scritti con prove o fonti tangibili che diano un valore ad un articolo, che altrimenti si trasforma in un’invettiva di bassa lega che chiunque potrebbe scrivere.
Senza volersi addentrare nell’editoriale di Feltri, che pure riprende i toni deliranti del titolo, basta analizzare le poche frasi dell’occhiello per suggerire ragionevolmente al direttore de “Il Giornale” di andarsi a fare una lunga vacanza al mare anziché continuare a mettere sulla pubblica piazza i suoi “articoli”.
Per cominciare, i pacifisti che secondo Feltri volevano “violare la sovranità di Israele” non erano in territorio israeliano e, al contrario, il Governo di Tel Aviv ha pianificato e autorizzato l’attacco delle proprie forze armate ad un cargo battente bandiera turca in acque internazionali che, secondo le norme internazionali, equivale ad un atto di pirateria, e quindi di guerra, contro lo stato turco. Motivo per cui, a meno che le Nazioni Unite non abbiano recentemente assegnato all’esercito israeliano il controllo delle acque di tutto il globo, l’unica sovranità violata è stata quella di Ankara.
“Gli amici dei terroristi” nominati da Feltri, infine, comprenderebbero anche un deputato turco, rimasto ucciso durante l’offensiva dell’esercito israeliano, e due parlamentari tedeschi; un’affermazione un pò pesante che sarebbe quantomeno necessario dimostrare. Per di più Feltri, seguendo i dettami dell’ideologia dei più fanatici sionisti, con questa frase lascia anche intendere, come esplicita nella pagine interne Fiamma Nirenstein, che gli “amici dei terroristi” sarebbero quei membri delle associazioni non governative che hanno relazioni con Hamas, attualmente al governo della striscia di Gaza.
Peccato per Feltri, e per l’informazione nostrana che ancora oggi si ostina a scrivere sotto dettatura delle veline USA, che Hamas non sia un’organizzazione terrorista, ma un partito politico (certo di stampo religioso, ma non è forse Israele stesso un Paese che nel 2010 rivendica la propria nascita e esistenza per motivi religiosi?) che ha regolarmente vinto con ampio margine le elezioni nella Striscia, scatenando la reazione di Israele che ha pensato bene di tentare di minare il consenso dei “verdi” riducendo alla fame e alla miseria il popolo di Gaza, prima con la guerra durante l’operazione “Piombo Fuso” e poi con un criminale embargo che, come abbiamo visto, dura ancora oggi.
Se non è terrorismo questo.