2 giugno: la Lega diserta e accende le polemiche

C’è da ammettere che Umberto Bossi lo aveva più volte detto: i festeggiamenti del 2 giugno – così come quelli previsti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – non accendono il suo entusiasmo. Nè quello del quartier generale leghista che, infatti, ieri non ha preso parte alla tradizionale parata in via dei Fori Imperiali a Roma. Una diserzione ampiamente anticipata, ma che ha comunque suscitato fastidio e risentimento presso alcuni presenti.

Tra questi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lesto nel puntare l’indice verso il posto vacante lasciato in tribuna d’onore dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha scelto di festeggiare il 2 giugno alla prefettura di Varese. Ma anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha tradito un atteggiamento vagamente polemico e, interpellato dai cronisti sull’assenza dei ministri del Carroccio, ha risposto con tono stizzito: “Chiedete a Maroni“.

Il ministro, dal canto suo, ha tentato di ridimensionare la portata della presunta polemica, ammettendo candidamente: “Vengo a Varese da 3 anni. E’ una giornata di festa e non parlo”. Cosa abbia avuto poi da festeggiare, resta un punto ancora da chiarire dal momento che l’Orchestra giovanile studentesca della Provincia di Varese (che si è esibita ieri) ha optato per un repertorio musicale alternativo, mandando in soffitta l’Inno di Mameli a beneficio di pezzi più leggeri come “La Gatta” di Gino Paoli e altri brani degli anni ’50. Una variante pop in salsa leghista.

Intanto nel pomeriggio di ieri è arrivata la precisazione ufficiale del Carroccio: “Alla parata odierna, per festeggiare la festa della Repubblica – hanno fatto sapere dall’ufficio stampa del gruppo leghista al Senato – era presente Lorenzo Bodega, vicepresidente dei senatori della Lega Nord, in rappresentanza del gruppo parlamentare a Palazzo Madama”. “Siamo qui con rispetto – aveva infatti dichiarato Bodega alla parata  – La Lega è ben rappresentata e ogni polemica oltre che strumentale è cretina”.

“Non capisco la sorpresa – ha commentato l’eurodeputato del Carroccio, Matteo Salvini – forse una volta Umberto Bossi è anche andato, ma è sempre stato così. E poi a Roma i nostri c’erano. Queste sono polemiche pretestuose che tra un giorno saranno finite e riprenderanno tra un anno esatto. Non c’è stato nessun ordine di scuderia – ha precisato Salvini – nessuno di noi ha avuto indicazioni particolari. E’ stato un 2 giugno come tutti gli altri“.

Niente di grave anche per il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: “Non credo che per questa sua assenza qui – ha detto ai giornalisti presenti alla parata di ieri – Maroni possa essere considerato un cattivo ministro dell’Interno: o si vuol forse sostenere il contrario? Anche altri anni era stato assente; ma erano presenti sul palco alcuni sottosegretari ed esponenti della Lega Nord. Sono questioni – ha concluso il pidiellino – che vengono, anche giustamente, poste soltanto dai giornalisti”.

Di segno contrario il commento di Luigi De Magistris, eurodeputato dell’Idv: “La scelta dei più importanti esponenti leghisti di disertare le celebrazioni ufficiali di oggi – ha attaccato – è un’offesa agli italiani che festeggiano la nascita della Repubblica e che ricordano il sacrificio di molti connazionali morti per la lotta di Liberazione dall’oppressore fascista e nazista, da cui la stessa Repubblica è nata”.

“Fa tristezza pensare – ha continuato l’ex magistrato – che la Lega rinunci a rispettare la storia del popolo che rappresenta e governa per difendere una ‘paccottiglia’ ideologica inaccettabile, una mescolanza di secessione e magia celtica che ha il suo baricentro in quella forma di doppio razzismo che ha come bersaglio tanto lo straniero che la popolazione meridionale. L’Italia – ha concluso De Magistris – non si merita questa miseria politica’‘.

Maria Saporito