Onna, la Germania restaurerà la Chiesa

Roma, 4 giugno. Il restauro della chiesa di San Pietro Apostolo di Onna, la frazione aquilana colpita dal terremoto del 2009, sarà finanziato dalla Germania. Oggi pomeriggio è stato siglato l’accordo al Ministero dei Beni Culturali a Roma: 3,5 milioni di euro messi a disposizione.

La Germania è stata fra i primi paesi che si sono resi disponibili a dare un contributo ed è stata tenace, costante e di parola” ha sottolineato Francesco Giro, il sottosegretario ai Beni Culturali. Il luglio scorso, infatti, in occasione del G8 all’Aquila, la Germania aveva promesso il suo contributo per il restauro della chiesa di San Pietro Apostolo, distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009. Il governo tedesco ha mantenuto la parola data.

Oggi è stato siglato a Roma l’accordo tra il ministero italiano per i Beni culturali e il ministero federale dei Trasporti e Edilizia della Germania. Il mondo cattolico, poi, attraverso le diocesi di Rottenburg – Stoccarda e dell’Aquila, rivestirà un ruolo importante. Dei 3,5 milioni finanziati dalla Germania, 500mila saranno utilizzati dalla diocesi di Rottenburg – Stoccarda e da quella aquilana per definire la fase preliminare dell’intervento di restauro.

I lavori inizieranno in autunno e avranno una durata di due o tre anni e, come spiega Giro, sono previste due fasi: “la prima è affidata alla Chiesa tedesca che con quella dell’Aquila collaborerà a un’operazione di analisi del monumento per tracciare le linee guida tecnico-scientifiche che ispireranno il progetto di restauro. E poi la seconda fase, che riguarderà l’esecuzione concreta dell’intervento”. Quest’ultima prevede un appalto di carattere europeo.

Si tratta quindi di un accordo che vede la partecipazione di Chiesa, governo tedesco e italiano.

Abbiamo mantenuto la promessa fatta un anno fa senza eccessive burocratizzazioni” le dichiarazioni del ministro Peter Ramsauer, che questa mattina ha visitato Onna e ha continuato: “Quanto ai tempi, si può ricostruire un monumento anche in modo semplice per accelerare la conclusione, ma noi vogliamo che si faccia un lavoro meticoloso sul piano filologico della chiesa, riportando alla luce tutti gli elementi storici che la rendano preziosa. E questo comporta tempo”.

Simona Leo