Attivista ferito da pescatori di Tonno Rosso

Un attivista dell’organizzazione non governativa Greenpeace è stato ferito ieri durante un blitz a Malta contro i pescherecci di tonno rosso. Gli attivisti erano divisi in sette gommoni e cercavano di sommergere uno dei lati di una rete da pesca a circuizione calata in mare, per liberare i tonni rossi catturati, una specie che è ormai sull’orlo del collasso.

Non appena iniziata l’operazione, altri pescherecci accorsi sul posto hanno cercato di fermare la protesta pacifica. Due dei gommoni, con a bordo attivisti di diverse nazionalità, sono stati tagliati con dei coltelli e sono affondati. L’attivista, di origini australiane, è stato ferito ad una gamba con un uncino lanciato da uno dei pescherecci. E’ stato immediatamente trasportato in elicottero a un ospedale a Malta ed ora fortunatamente si trova adesso in buone condizioni.

“Abbiamo fermato questa operazione di pesca – come si può leggere nel comunicato diffuso da Greenpeace International – con una forte azione di protesta perchè la situazione è critica: senza azioni urgenti il tonno rosso rischia di scomparire dai nostri mari. Le nostre navi, Rainbow Warrior e Arctic Sunrise, si trovano adesso nel Mediterraneo per fare ciò che politici e organi di gestione della pesca non hanno ancora fatto”.

“Continueremo – dicono gli attivisti italiani – a fare azioni in mare fino alla fine della stagione della pesca nel Mediterraneo, prevista per il 15 giugno. Le tonnare volanti italiane non ne saranno interessate, in quanto quest’anno l’Italia, unica tra i paesi Europei, ha deciso di lasciare a terra la sua imponente flotta di pescherecci“.

“Chiediamo che in tutto il Mediterraneo – è il drammatico appello di Greenpeace che da anni si batte per preservare la vita di specie marine e non solo, in via di estinzione a causa della caccia indiscrimitata dell’uomo – si chiuda immediatamente la pesca al tonno rosso e che si creino riserve marine in zone chiave di riproduzione in modo da permettere alla specie di recuperarsi da decadi di sovra-sfruttamento“.

di Roberto D’Amico