Clima. Nel 2008 calate per quinto anno consecutivo emissioni Ue

Secondo i dati pubblicati nell’ultimo ‘Inventario UE delle emissioni dell’Agenzia europea dell’ambiente’ emerge che nel 2008 le emissioni dell’UE-15 sono diminuite dell’1,9% rispetto al 2007 e rispetto al 1990 sono inferiori del 6,9%. Il tutto a fronte di una crescita economica dello 0,6%. E’ l’ennesima conferma che sviluppo economico e bassa emissione di CO2 posso andare pari passo senza escludersi reciprocamente ma soprattutto è il segnale che lascia ben sperare riguardo al raggiungimento dell’obiettivo stabilito per questi Paesi dal protocollo di Kyoto, ovvero ridurre le emissioni dell’8% nel periodo 2008-2012.

Per quanto riguarda invece l’UE-27 la riduzione di emissioni arriva addirittura all’11,3% rispetto ai livelli del 1990: ben oltre la metà dell’obiettivo 2020. In Italia, invece, tra 2008 e 2007 c’è si un calo di emissioni del 2%, ma siamo ancora distanti dagli obiettivi di Kyoto.

“Le nostre misure e i nostri strumenti sembrano funzionare – ha affermato il direttore esecutivo dell’Eea, Jacqueline McGladeanche se ci aspettiamo un calo più netto nel 2009, soprattutto a causa della recessione economica”.

La Commissaria europea incaricata dell’Azione per il clima Connie Hedegaard ha invece sottolineato come “I cali significativi delle emissioni realizzati negli ultimi cinque anni dimostrano l’importanza di fissare obiettivi vincolanti. Tuttavia il 2008 è soltanto il primo anno del periodo di impegno del protocollo di Kyoto e tutti gli Stati membri devono continuare ad adoperarsi per conseguire i loro obiettivi per il periodo 2008-2012. Inoltre – ha proseguito – le riduzioni del 2008 non sono dovute soltanto alla crisi finanziaria, ma sono anche il risultato di una serie di politiche ambiziose che la UE e i suoi Stati membri hanno attuato nel corso degli anni e i cui effetti diventano sempre più evidenti”.

Per il 2009 i dati sono ancora provvisori, ma lasciano ben sperare in quanto indicano un calo delle emissioni molto maggiore. Inoltre la Hedegaard mette in guardia: “La crisi economica ha reso più economico ridurre le emissioni per le industrie europee, che per questo motivo non hanno però investito quanto previsto in innovazione mettendo così a rischio le future capacità di competere in promettenti mercati”.

di Roberto D’Amico