Nord Corea contro Sud Corea: tra proteste formali e “provocazioni”

Il presidente sudcoreano Lee Myung-Bak

No a “ulteriori provocazioni” da parte della Corea del Nord: questo è il messaggio perentorio inviato dalla Corea del Sud alle Nazioni Unite. L’ambasciatore sudcoreano all’Onu Park In-Kook – per conto del presidente Lee Myung-Bak – ha richiesto un impegno serio e deciso per evitare che si ripetano episodi a dir poco spiacevoli, capaci potenzialmente di minare il rapporto tra le due Coree. La lettera è stata direttamente consegnata all’attuale presidente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il messicano Claude Heller.

Nello specifico il regime di Seoul ha accusato ufficialmente la Corea del Nord di aver affondato una propria nave militare lo scorso marzo, provocando la morte di 46 marinai. Un’accusa pesante, per il momento smentita dai palazzi di Pyongyang; i vertici sudcoreani però non ci stanno a mandare giù la pillola e nella lettera presentata all’Onu attaccano pesantemente i cugini più a nord.

“Il mio governo – scrive Park in-Kook – richiede che il Consiglio di sicurezza consideri debitamente la questione e risponda in modo appropriato alla gravità della provocazione militare della Corea del Nord, per evitare che si ripetano ulteriori provocazioni dalla Corea del Nord”. Il presidente Lee Myung-Bak ha poi aggiunto in conferenza stampa che “la Corea del Nord deve ammettere il suo comportamento sbagliato, deve impegnarsi a non compiere mai piu’ azioni cosi’ riprorevoli – ha poi aggiunto – e questo e’ nell’interesse dalla pace e della stessa Corea del Nord”.

Per il momento la questione resta sospesa; l’ambasciatore Heller ha confermato di aver ricevuto la lettera ed ha detto che chiederà al Consiglio di discutere la questione. Tra i due paesi ora non corre buon sangue e il Consiglio di Sicurezza Onu dovrà soppesare bene la situazione: una decisione troppo a favore della Corea del Sud potrebbe provocare reazioni nel tutt’altro che acquiescente regime di Pyongyan; al contrario, difendere un’azione poco lecita (e mai chiarita) della Corea del Nord potrebbe portare Seoul a ribellarsi alle decisioni Onu e a prendere decisioni autonome. Rischio, questo, assolutamente da non correre.

Roberto Del Bove