Wwf e Allianz: amministratori delegati ambientalisti per gioco

E’ online il gioco progettato e sviluppato dal WWF in collaborazione con il gruppo assicurativo tedesco Allianz (creato dall’agenzia di comunicazione LGM Interactive) che permette all’internauta di improvvisarsi quadro dirigente di una società che deve fare le scelte migliori, per la sua azienda e per il bene comune, in materia di emissioni di CO2, inquinamento e tutela dell’ambiente. Si chiama “CEO2, the Climate Business Game” ed è disponibile sul sito internet www.ceo2-game.com.

Come spiegano gli attivisti del WWF sul loro sito: “E’ possibile calarsi nel ruolo di Amministratore Delegato di un’azienda per verificare quali strategie aziendali riescono a ridurre il tasso di carbonio e i rischi correlati, e allo stesso tempo incrementare la redditività a lungo termine. Lo scopo del gioco è riuscire ad identificare quali investimenti, in quale momento, riusciranno ad aprire la strada ad una crescita proficua nell’economia del futuro a carbonio zero. CEO2 mette in mostra i possibili impatti delle decisioni aziendali nei settori industriali della chimica, automobilistico, dei servizi e della finanza nei prossimi 20 anni. Il successo di ogni giocatore si misura in base allo sviluppo del prezzo dei titoli di mercato e delle emissioni di carbonio“.

Secondo il report RECIPE (Report on Energy and Climate Policy in Europe), realizzato dal Potsdam Institute per le ricerche sugli impatti climatici e promosso da Allianz e dal WWF Germania, l’Europa in particolare potrebbe trarre importanti benefici dalle politiche di protezione del clima, se getterà le basi per efficaci riduzioni delle emissioni dei gas serra a medio e lungo termine”.

“Attuare ambiziose riduzioni dei livelli di CO2 – denucia il WWF – è necessario per limitare l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi centigradi, in confronto a livelli preindustriali, e per evitare pericolose conseguenze dovute al cambiamento climatico. Un’efficace strategia di mitigazione per la trasformazione del settore energetico necessita di un aumento di investimenti in tecnologie a basse emissioni pari a 400 -1,000 miliardi di dollari entro il 2030, gran parte dei quali dovrebbero arrivare dai mercati finanziari e dall’industria”.

di Roberto D’Amico