Washington, 07 giugno 2010. Il presidente della Bp, Tony Hayward, si dice “pleased”, felice. Felice del fatto che il nuovo “tappo”, in funzione da appena 24 ore, riesca a recuperare metà dei 12-19 mila barili di petrolio che fuoriescono quotidianamente senza sosta dal pozzo sottomarino. Si sente ottimista, “Al momento – ha dichiarato – è difficile quantificare, ma ci attendiamo che si arrivi a recuperare la maggior parte del petrolio”.
Nel frattempo, la marea nera raggiunge un’estensione pari a 320 chilometri, circa 200 miglia. E una seconda ondata di greggio ha toccato le coste delle isole della baia di Barataria, ben più pericolosa della precedente. E’ strage di uccelli marini. Finora quelli morti ritrovati sono 546, mentre quelli ancora vivi rinvenuti impregnati di petrolio raggiungono i 177 esemplari. Anche numerosi delfini sono stati avvistati ricoperti di greggio al largo delle coste.
Al danno ambientale va aggiunto quello economico. Secondo le stime del Credit Suisse, la spesa complessiva per la pulitura e la copertura del pozzo raggiungerà i 31 miliardi di dollari, per una media giornaliera che si aggira tra i 14 e i 30 milioni di dollari. 990 i milioni di dollari spesi fino ad ora. La cifra del risarcimento prevista per il settore della pesca e del turismo che a causa della marea nera si trovano in ginocchio, è di 14 miliardi di dollari.
Il comandante della guardia costiera americana Thad Allen frena l’ottimismo del numero 1 della Bp, ed afferma che ”Questa è una guerra insidiosa perché sta attaccando contemporaneamente quattro Stati e arriva da direzioni diverse a seconda delle condizioni climatiche”, e prosegue “Stiamo facendo i giusti progressi, tuttavia penso che nessuno possa sentirsi felice sino a quando c’é petrolio in acqua”.
Alessandra Maiorano