Greenpeace: “The Energy [R]evolution” assicura diminuzione di CO2 e creazione di nuovi posti di lavoro entro il 2030

Presentato oggi da Greenpeace e dall’European Renewable Energy Council il rapporto “The Energy [R]evolution” che disegna lo scenario entro cui muoversi per permettere la riduzione delle emissioni di CO2 e garantire la crescita economica nei prossimi venti anni. Il cambiamento illustrato dal rapporto è reso possibile dall’utilizzo in maniera sempre più massiccia delle energie rinnovabili al posto dei combustibili fossili e dallo sviluppo in vasta scala di sistemi ad alta efficienza energetica. Con le tecnologie esistenti si riuscirà a creare entro il 2030 il 95% dell’energia necessaria da fonti rinnovabili.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione energetica che porterebbe, nei prossimi venti anni, alla creazione di 12 milioni di posti di lavoro, dei quali 9 solo nelle rinnovabili. La stessa crescita, stando agli studi degli analisti che hanno collaborato ad “Energy [R]evolution”, interesserebbe anche il mercato globale delle energie rinnovabili che dai 100 miliardi di dollari all’anno di oggi, passerebbe ai 600 miliardi l’anno.

Il perno della proposta avanzata da Greenpeace sta nel sistema di investimento usato, che tenderà a distribuire in modo equo i costi degli investimenti nel settore. Tra i meccanismi utilizzati, grande rilievo ha il “Greenhouse Development Rights”, che calcolerà quote nazionali di obbligazioni globali di gas a effetto serra. Tali quote si baseranno sulla combinazione di responsabilità, e cioè il contributo ai cambiamenti climatici, e di capacità finanziarie.

La base del progetto sarà la creazione di una “super-rete”: un sistema energetico decentrato che arrivi a produrre energia e calore vicino ai luoghi di consumo, in modo da minimizzare gli sprechi legati ai processi di conversione e distribuzione.

Stando allo scenario descritto da Greenpeace e dall’Erec, nel 2015 assisteremo al massimo grado di emissioni di CO2, le quali, successivamente, inizieranno a decrescere fino a raggiungere, nel 2030, l’80% in meno rispetto al 1990.

Il rapporto sottolinea come il cammino verso una conversione quasi totale alle energie rinnovabili sia piuttosto complicato e afferma che le difficoltà di questo percorso siano principalmente di carattere politico, e non tecnologico. “Anche in Italia – si legge in una nota pubblicata sul sito di Greenpeace – assistiamo al tentativo miope del governo di bloccare (nella proposta della legge Finanziaria) quegli strumenti e incentivi che hanno permesso solo negli ultimissimi anni il decollo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese”.

Augusto D’Amante