Tutto tranne che telefonare. No, non si tratta del capriccio di un ragazzino. Stiamo parlando dell’utilità del vostro telefono cellulare. Ebbene sì, potrà apparirvi bizzarro, ma il vostro telefonino ormai in grado di fare praticamente di tutto, non è più abituato alle chiamate. Si è registrata una flessione del 4% nei servizi voce e del 2% nella messaggistica. In compenso i servizi di connettività mobile hanno avuto un incremento di ben il 17% rispetto allo scorso anno.
I dati sono stati elencati nel corso del convegno Mobile Content & Internet: in gioco nuovi business model, promosso tra gli altri dall’Internet della School of Management del Politecnico di Milano. Ma, al di là di numeri e percentuali, gli incontri, che si sono svolti ieri, hanno posto in luce nascita e sviluppo di nuove tendenze che stanno condizionando i modelli di business legati alla telefonia mobile.
La strada intrapresa qualche anno fa, con lo sviluppo di un’offerta basata esclusivamente su quelli che oltreoceano chiamano funny contents, contenuti divertenti, non è più praticabile. Si tratta sicuramente di applicazioni dal semplice sviluppo, ma loghi e suonerie non hanno più appeal presso il consumatore. Il clima sociale, politico ed economico che si respira ormai da un po’ ha fatto sì che gli utenti della telefonia mobile iniziassero a pretendere anche all’esterno, quello che gli era già concesso tra le mura domestiche: la possibilità, grazie ad internet, di essere sempre ovunque.
Detto fatto. Ecco quindi la nascita di una serie si applicazioni dall’informazione in tempo reale, all’intrattenimento, fino ai social network, che consentono tutto ciò. E con esse un modello di business basato sulla figura di un nuovo erogatore di contenuti: l’Application Store. Ad aprire la strada ci hanno pensato i grandi produttori del comparto tecnologico, basti pensare all’incredibile boom dell’IPhone di Apple. Anche i gestori hanno fatto la loro parte, con l’introduzione di tariffe forfetarie agevolate abbinate all’acquisto di Smart Phone.
Il quadro di mercato che emerge da questo assetto è racchiuso nelle parole di Andrea Rangone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Mobile Content. “Le aziende media – ha dichiarato Rangone – dopo aver bruciato nel 2009 oltre due miliardi di euro nei comparti tradizionali (carta stampata, tv analogica ecc..) sperano di trovare nei moderni canali nuove fonti di ricavo, sia dalla vendita di contenuti che da nuovi formati di pubblicità”. Come recitava il celebre spot di un noto gestore telefonico ora è davvero tutto intorno a noi. A patto, ovviamente, di possedere un telefono cellulare.
Katiuscia Provenzani