Di tutte le cose (e sono state molte) che il presidente del Consiglio ha ieri riferito alla platea di Confartigianato, una in particolare merita un ulteriore approfondimento perché evidenzia la marcata insofferenza del Cavaliere nei confronti di quella carta costituzionale concepita come un serio impedimento. Alla fine il premier ce l’ha fatta e, con somma soddisfazione, è riuscito a togliersi il fastidioso sassolino dalla scarpa: “La Costituzione è molto datata – si è lasciato andare davanti agli artigiani d’Italia – ed è figlia di una serie di compromessi di matrice cattocomunista, in cui non si parla quasi mai di impresa e mai di mercato”.
Roba vecchia da mettere via, o per lo meno da revisionare per “purificarla” – in modo definitivo – da quel “marchio” tendente al comunismo che la insidia e la contamina. E che può rendere un “inferno” la vita di legislatori e governanti. L’operazione di “restyling” auspicata dal Cavaliere sulla carta costituzionale ha trovato riscontro nelle parole dell’alleato leghista, Umberto Bossi: “Certo che la Costituzione è vecchia – ha tuonato il leader del Carroccio – stiamo cercando di cambiarla proprio per quello”.
Un giudizio – quello formulato dal presidente del Consiglio e dal ministro delle Riforme – che sembrerebbe fare a pugni con il loro alto giuramento, reso proprio sul quel testo impietosamente scioperato come vecchio e superato. “A Berlusconi dico – ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani – tu hai giurato sulla Costituzione, se non ti piace vai a casa. La realtà – ha aggiunto Bersani – è che Berlusconi fa sempre così quando deve deviare l’attenzione da ciò che lo preoccupa di più: in questo momento con la manovra chiude con il tempo delle favole e questo a lui pesa perché – ha concluso – questa nota Apicella non gliel’ha data”.
Non meno severo il giudizio del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: “Con le sue parole sulla Costituzione – ha iniziato – Silvio Berlusconi, una volta tanto, ha detto quel che pensa e ha dimostrato quel che è, un dittatorello. La Costituzione per lui è un impedimento così come sarebbe stata per Mussolini e per tutti i despoti che hanno strappato la democrazia e lo stato di diritto”.
Maria Saporito