Intercettazioni: notizia da prima pagina

L’appello lanciato ieri dal presidente della Fnsi, Franco Siddi, è stato prontamente raccolto da molti organi d’informazione. The day after la discussa approvazione del testo sulle intercettazioni “blindato” con la fiducia in Senato, giornali e tv hanno manifestato la loro preoccupazione per la legge che rischia di compromettere la sana trasmissione delle informazioni nel nostro Paese.

La scelta più “radicale” è quella de “La Repubblica” che ha oggi deciso di uscire con una prima pagina completamente bianca su cui campeggia un post-it giallo: “La legge-bavaglio nega ai cittadini il diritto di essere informati“. Una scelta forte, accompagnata da una nota di spiegazione vergata dal direttore Ezio Mauro in seconda pagina: “Una prima pagina bianca – ha scritto l’editorialista – per testimoniare ai lettori e al Paese che ieri è intervenuta per legge una violenza nel circuito democratico attraverso il quale i giornali informano e i cittadini si rendono consapevoli, dunque giudicano e controllano”.

Mauro si è scagliato contro “il carattere illiberale di una norma di salvaguardia della casta di governo, terrorizzata dal rischio che i magistrati indaghino, i giornali raccontino, i cittadini prendano coscienza” e ha posto l’accento sulle “multe altissime agli editori” che “non sono sanzioni ma inviti espliciti ad espropriare la libertà delle redazioni dei giornali nel decidere ciò che si deve pubblicare”.

Il quotidiano torinese “La Stampa” ha optato per una scelta più soft, risparmiando inchiostro solo negli spazi della rubrica “Buongiorno” del vice direttore Massimo Gramellini (in prima pagina) e della rubrica “Jena” in terza pagina. “Buongiorno e Jena escono in bianco – si legge anche sul sito Internet del giornale – per abituarsi a quando la legge sulle intercettazioni impedirà loro di affrontare gli argomenti che nutrono da sempre i corsivi di satira e di costume“.

Di “carattere” anche la scelta della direttrice de “L’Unità” Concita De Gregorio che ha proposto una prima pagina dal fondo scuro interrotto dalla scritta “Approvata la legge bavaglio”, con una veste grafica che ricorda il Ventennio fascista.  E’ affidato alla tagliente ironia del vignettista Vauro, invece, il commento de “Il Manifesto” sulla cui prima pagina campeggia il personaggio inventato dal noto disegnatore che si invola verso le tenebre della censura, aggrappandosi a una vignetta completamente bianca. Sotto di lui, troneggia la scritta: “Senza parole”.

Scelte più “sobrie” infine per “Il Fatto quotidiano”, oggi listato a lutto “per il colpo mortale inferto alla libertà dei cittadini espropriati del diritto inalienabile di sapere” e per Sky Tg24 che va in onda con una fascia neracontro la legge bavaglio sulle intercettazioni“.

Maria Saporito