Gli appassionati di folklore dovranno attendere ancora un anno, poi finalmente potranno tornare a visitare il Museo Pitrè. La struttura ha infatti subito grandi lavori di ristrutturazione, dunque nuovi impianti e nuovi ambienti. Le collezioni saranno esposte in 39 sale e occuperanno uno spazio di 1.200 metri quadrati.
Pitrè nacque a Palermo nel 1841, la sua vita fu interamente dedicata alla ricerca della cultura e delle tradizioni siciliane. Amava raccogliere canti, poesie, leggende, racconti, e qualsiasi forma di espressione delle tradizioni popolari. Il Museo etnografico al lui dedicato nasce proprio da questa sua passione. Il suo desiderio era quello di mettere insieme tutti gli oggetti da lui raccolti ed di esporli in un luogo naturale, “solo così gli oggetti a contatto con la viva natura potevano anch’essi prendere vita e dunque rinascere, ricrescere e nuovamente morire nei ricordi di ogni osservatore. In questo modo si crea un ciclo continuo, dove gli elementi della vita si fondono con quelli della cultura assumendo così nel tempo un alto valore storico”.
Il museo venne fondato nel 1910. Nel 1934 lo Stato cedette la Palazzina Cinese e il Parco della Favorita al Comune di Palermo. Il museo ha sede in una delle dipendenze della stessa Palazzina Cinese; la stessa, di cui sono visitabili solo alcune sale, è una deliziosa residenza dove si fondono in maniera armonica l’arte neoclassica e le “cineserie” di moda di quel tempo.
La sistemazione del museo è così articolata: Carretti e Bordature; Casa e Pagliaio; Filatura Tessitura, Arredi e Corredi, Costumi Popolari; Costumi Albanesi; Ceramica; Angolo della Cucina; Magia e Religione; Ex Voto e Miracoli.
Visitare il Museo Etnografico Giuseppe Pitrè, con le numerose collezioni che spaziano dal costume agli arnesi per la caccia, dai presepi alle insegne, da oggetti sacri a ex voto, diventa un modo per conoscere e comprendere a fondo la società e la cultura palermitana.
Sabrina Ferrante