Cota: se Tar accoglie ricorso e si torna a votare è golpe.

Il governatore della Regione Piemonte Roberto Cota è sul piede di guerra contro la possibilità che il Tribunale Amministrativo Regionale accolga il ricorso presentato contro la legittimità della presenza di alcune liste a sostegno del centrodestra nelle elezioni del 28 e 29 marzo scorso. L’accoglimento del ricorso, infatti, porterebbe inevitabilmente ad annullare la tornata elettorale rimettendo in discussione il risultato e costringendo Cota a confrontarsi nuovamente con Mercedes Bresso, la zarina del centrosinistra sconfitta allora con uno scarto di appena 10mila voti.

“Il ricorso che è stato fatto al Tar – ha spiegato Cota ai cronisti – è semplicemente vergognoso, giuridicamente e politicamente inaccettabile. […] Il ricorso non riguarda l’esito del voto ma presunti cavilli legati all’accettazione di candidature di una delle tante liste di appoggio“.
Secondo il governatore, infatti, l’opposizione poteva chiedere prima del voto, ai tempi dei mille decreti ad listam ideati dal Popolo delle Libertà per salvare la Polverini e Formigoni, di verificare la legittimità delle liste, dato che ora annullare il voto equivarrebbe ad attuare un colpo di stato con conseguenze inimmaginabili.
“Le liste – ha aggiunto – le valuta il Tribunale prima del voto e se non vanno bene le esclude. Se qualcuno ha qualcosa da ridire fa ricorso subito, prima delle elezioni, come ho fatto io contro le liste patacca, altrimenti è troppo comodo. […] Se il risultato del voto non mi piace chiedo di annullarlo come si fa nelle dittature quando il dittatore non vince, se succedesse qualcosa del genere sarebbe un golpe giudiziario, ma sono certo che Torino esprime una cultura diversa. Aggiungo anche che la gente tiene alla democrazia e, per usare un eufemismo, non lo prenderebbe bene“.

Nell’eventualità, a dire il vero piuttosto remota, che si dovesse tornare a votare Cota teme, probabilmente, che parte dei voti andati alla lista del “Movimento 5 Stelle” possano stavolta convergere sulla Bresso, alla luce dei risultati di marzo quando proprio la presenza del grillino Bono finì per consegnare il governo della regione alla Lega Nord.
Pronta, nel pomeriggio, la replica del Partito Democratico, affidata alle dichiarazioni del capogruppo del Pd nella Giunta delle elezioni di Montecitorio Daniela Lenzi.
L’onorevole Cota ha un solo dovere prioritario: dimettersi dalla carica di deputato. Le sue polemiche contro il ricorso al Tar sull’esito delle elezioni in Piemonte sono un polverone per non far parlare di questo nodo. – ha spiegato – Se, inoltre, il presidente Cota non ha nulla da temere dalla giustizia amministrativa, tanto da ritenere assurdo il ricorso, non ha davvero nessun motivo per non rassegnare le sue dimissioni dalla Camera dei Deputati, scelta per la quale sono già superati i tempi regolamentari”.