Gli psicologi della Royal Society of Medicine di Londra lanciano un allarme al governo inglese secondo il quale l’uso del pc ai bambini di età inferiore ai 9 anni sarebbe dannoso per il loro processo di apprendimento.
Dichiarano glis tudiosi che “i bambini hanno bisogno di afferrare, toccare, sfiorare, assaggiare, guardare e muovere oggetti reali, per educare le proprie infrastrutture neurologiche e di apprendimento”. Niente più videogames, niente più internet e video divertenti su YouTube. Anzi, quello che gli studiosi suggeriscono è la creazione di una zona totalmente libera da tecnologia, dove i bambini possano sviluppare meglio le loro capacità di azione nello spazio, prima ancora di quelle tecnologiche.
Sono Aric Sigman e Kathy Hirsh-Pasek, due ricercatori della Royal Society of Medicine, a farsi portavoce delle perplessità degli studiosi durante la conferenza organizzata dalla Open EYE Coalition, chiedendo al governo inglese l’applicazione di regole più restrittive al riguardo.
Sigman, membro associato della British Psychological Society, e Hirsh-Pasek, membro del dipartimento di Psicologia alla Temple University di Philadelphia, ammoniscono: il pc “se usato prematuramente, rischia di compromettere le abilità di lettura e di calcolo matematico, deformando la realtà in un momento delicato della vita”, cioè quello in cui i bambini devono ancora prendere esperienza con la realtà che li circonda.
Sigman si scaglia anche contro alcune teorie secondo le quali un bambino di 22 mesi può essere lasciato a giocare con un pc così da incrementare le sue capacità cognitive. In realtà, come afferma lo studioso, questa situazione non farebbe altro che sovvertire l’ordine di sviluppo delle capacità del bambino, rendenone più difficoltosa la crescita.
Sotto accusa, per Sigman e Hirsh-Pasek, è il “Nappy Curriculum“, fortemente voluto dai Laburisti per introdurre l’uso delle tecnologie sotto i 5 anni: secondo tale programma, i bambini già a tre anni e mezzo dovrebbero imparare ad usare computer e televisione. Ma, come ammoniscono gli studiosi della Royal Society of Medicine, “un bombardamento tecnologico prematuro rischia di compromettere un sano sviluppo”. La soglia minima dalla quale accedere alla tecnologia per un bambino è di 9 anni e fino ad allora solo i programmi di disegno nelle scuole sono in grado di stimolare la creatività, la fantasia e il pensiero dei bambini.
Augusto D’Amante