Ipotesi uno: viaggio in auto fino in Tunisia, da lì volo di linea. Ipotesi due: Silvio Berlusconi. Sin da Sofia il premier appariva ammiccante. “Vedrete”. Come a dire: ci penso io, lo riporto in Europa. E la notizia circola per ore: Goeldi torna col presidente del Consiglio, liberatore d’ostaggi. Si sprecano le sperticate lodi dei media italiani, sempre prolifici quando si tratta del Cav. “Un trionfo diplomatico”. Peccato che i giornali stranieri, il Cav, neppure lo prendano in considerazione. Anzi.
E’ il solo governo libico, infatti, a sottolineare “il ruolo del premier Silvio Berlusconi per risolvere il contenzioso tra Libia e la Svizzera” come “determinante”. Ma di note ufficiali svizzere, spagnole o tedesche – i cui diplomatici erano presenti al tavolo delle trattative – nulla. E’ giallo: gli stessi quotidiani svizzeri citano il ministro degli Esteri svizzero Micheline Calmy-Rey, che ringrazia “esplicitamente Spagna e Germania per la loro mediazione”, se non per l’eccezione della testata elvetica Le Temps, che relega quello del premier italiano a ruolo “marginale” nella faccenda.
Meglio: la tv svizzera è più precisa, e crudele: “nei corridoi di Palazzo Federale si percepisce che l’Italia la Svizzera, in questa storia, l’ha aiutata ben poco, per non dire nulla. Anzi le ha creato piuttosto dei problemi“. In Italia, intanto, telegiornali e giornali – non tutti, per il vero – non smettono di glorificare la frenetica e vincente attività diplomatica di Silvio Berlusconi.
Vincenzo Marino