Sanitopoli: in aula le intercettazioni hard di Del Turco, il Pd lo difende

Ha subito provocato bagarre in aula la requisitoria del procuratore della Repubblica di Pescara Nicola Trifuoggi, chiamato ad esporre quello che, stando alle indagini, è emerso essere il “sistema Del Turco”, costruito dall’ex presidente della Regione Abruzzo, già esponente di spicco del Partito Socialista e del PD, prima dello scoppio dello scandalo “Sanitopoli”.
L’ex governatore, scortato dall’avvocata difensore, ha, infatti, abbandonato  l’aula quando Trifuoggi ha tirato fuori le intercettazioni hard, telefoniche e ambientali, che, secondo il pm, fanno ben comprendere la “strumentalizzazione dell’ufficio pubblico per usi privati” operata da Del Turco e dal suo staff.

Sesso telefonico utilizzando le linee della Regione, uffici dell’ente trasformati in camere a luci rosse, amanti stipendiate come consulenti della giunta, viaggi di piacere in alberghi di lusso a 5 stelle finanziati con i soldi pubblici…il tutto mentre il bilancio dell’Abruzzo vedeva sempre più rosso e gli imputati intascavano le tangenti dell’imprenditore della sanità Vincenzo Angelini.
Uno scenario da basso impero, a dire il vero non molto distante da quanto emerso lo scorso febbraio in merito agli affari della cricca di Anemone e ai massaggi di Bertolaso, che ha mandato su tutte le furie Del Turco.
“Non potevamo tollerare oltre, il disprezzo della privacy del mio assistito – ha spiegato il legale dell’ex governatore – abbiamo interrotto la partecipazione ad un’udienza in cui si parla di fatti privatissimi, dei quali non sappiamo ancora nulla. Con il deposito di indagini suppletive di oggi (ieri, ndr) ci saremmo aspettati che finalmente si fornisse qualche documento, uno straccio di prova di riscontro delle accuse di Angelini. Invece dobbiamo ascoltare pettegolezzi poco commendevoli: ci alziamo e ce ne andiamo. Quando il processo ritornerà a essere un processo, noi saremo di nuovo qui”.

Di opposto parere la Procura che ha scelto di portare alla luce tali intercettazioni per definire “il quadro del sistema messo in piedi da Del Turco”, tanto da non escludere che “pettegolezzi poco commendevoli” come l’utilizzo delle finanze pubbliche per istituire bordelli di Stato possano confluire in un autonomo procedimento penale.

La Torre, intanto, intervenendo a nome del Partito Democratico aveva spiegato alla vigilia dell’udienza che “il Pd doveva avere il coraggio di difendere il lavoro della giunta (abruzzese, ndr), doveva essere meno frettoloso nel chiedere lo scioglimento anticipato […] perche’ la sua (di Del Turco, ndr) e’ una storia personale e politica che ci appartiene e che dovrebbe continuare ad appartenerci”.