SCLEROSI MULTIPLA: FVG CONTATTA L’EQUIPE DEL PROF. ZAMBONI

 Il consigliere regionale di Cittadini-Libertà Civica, Alunni Barbarossa, riferendosi al nuovo intervento di angioplastica messo a punto dall’equipe del professor dell’Università di Ferrara e dal dottor Fabrizio Salvi dell’Ospedale Bellaria di Bologna, aveva chiesto alla Giunta del Fvg di avviare e inserire la regione nello studio terapico multicentrico e randomizzato in corso su questa patologia.

Questo intervento apre una nuova prospettiva di cura per la sclerosi multipla, con effetti collaterali quasi nulli e costi ridottissimi, correlandola a un problema vascolare cronico, definito come insufficienza venosa cronica cerebrospinale.

Spiega il consigliere che “Questa malattia cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle più gravi del sistema nervoso centrale, colpisce in Italia più di 58.000 persone e nel Friuli Venezia Giulia alcune centinaia. Attualmente la cura si basa su terapie a base di interferoni e di immunosoppressori, che hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa 1/3 dei pazienti, con costi molto alti“. In concomitanza con il prof. Zamboni si sono già attivati gli assessorati della Salute di Sicilia, Veneto, Lombardia e Piemonte chiedendone la disponibilità.

Conclude Alunni Barbarossa “Nella sua risposta, l’assessore Kosic ha spiegato come la Società italiana di neurologia si sia già attivata, insieme alla Fondazione italiana sclerosi multipla, per definire le linee operative in cui sviluppare le ricerche (i progetti verranno resi operativi nelle prossime settimane) e di come il dottor Carraro abbia già preso contatto con il professor Zamboni per acquisire il bagaglio di conoscenze necessario a formulare con sicurezza la diagnosi di CCSVI

Ma questo è solo l’inizio di un lungo  e complesso cammino: “E’ stata fondamentale la rete di collaborazioni scientifiche e il sostegno di fondazioni bancarie che appoggiano il progetto – afferma prof. Paolo Zamboni – Oltre agli studi clinici di trattamento, gli studi randomizzati in giro per l’Italia e nel mondo, è fondamentale la partnership con la prof. Alessandra Ferlini con cui abbiamo avviato uno studio pilota su un gruppo di 15 pazienti pubblicato in una rivista internazionale”. 

Alessandra Ferlini, che si occupa di genetica medica all’Università di Ferrara, spiega come abbiano definito un profilo genetico anatomico associato a questa patologia utilizzando uno studio e un metodo applicato innovativo. Il futuro obiettivo è valutare quanto il profilo genetico della SM si collega alle malformazioni venose cerebro spinali. Occorre, secondo Ferlini,  continuare con le collaborazioni, fare massa critica per raggiungere consenso scientifico con il fine primario di accelerare la ricerca per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Tre punti importanti da sottolineare, secondo Zamboni: prove scientifiche auto-evidenti della esistenza di CCSVI; ritardo degli studi randomizzati porta le persone malate a fare errati viaggi della speranza; la forza travolgente dell’interesse dei pazienti a livello internazionale.

Il consigliere regionale di Cittadini-Libertà Civica, Alunni Barbarossa, riferendosi al nuovo intervento di angioplastica messo a punto dall’equipe del professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara e dal dottor Fabrizio Salvi dell’Ospedale Bellaria di Bologna, aveva chiesto alla Giunta del Fvg di avviare e inserire la regione nello studio terapico multicentrico e randomizzato in corso su questa patologia.

Questo intervento apre una nuova prospettiva di cura per la sclerosi multipla, con effetti collaterali quasi nulli e costi ridottissimi, correlandola a un problema vascolare cronico, definito come insufficienza venosa cronica cerebrospinale.

Spiega il consigliere che “Questa malattia cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle più gravi del sistema nervoso centrale, colpisce in Italia più di 58.000 persone e nel Friuli Venezia Giulia alcune centinaia. Attualmente la cura si basa su terapie a base di interferoni e di immunosoppressori, che hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa 1/3 dei pazienti, con costi molto alti“.

In concomitanza con il prof. Zamboni si sono già attivati gli assessorati della Salute di Sicilia, Veneto, Lombardia e Piemonte chiedendone la disponibilità.

Conclude Alunni Barbarossa “Nella sua risposta, l’assessore Kosic ha spiegato come la Società italiana di neurologia si sia già attivata, insieme alla Fondazione italiana sclerosi multipla, per definire le linee operative in cui sviluppare le ricerche (i progetti verranno resi operativi nelle prossime settimane) e di come il dottor Carraro abbia già preso contatto con il professor Zamboni per acquisire il bagaglio di conoscenze necessario a formulare con sicurezza la diagnosi di CCSVI

Ma questo è solo l’inizio di un lungo  e complesso cammino: “E’ stata fondamentale la rete di collaborazioni scientifiche e il sostegno di fondazioni bancarie che appoggiano il progetto – afferma prof. Paolo Zamboni – Oltre agli studi clinici di trattamento, gli studi randomizzati in giro per l’Italia e nel mondo, è fondamentale la partnership con la prof. Alessandra Ferlini con cui abbiamo avviato uno studio pilota su un gruppo di 15 pazienti pubblicato in una rivista internazionale”. 

Alessandra Ferlini, che si occupa di genetica medica all’Università di Ferrara, spiega come abbiano definito un profilo genetico anatomico associato a questa patologia utilizzando uno studio e un metodo applicato innovativo. Il futuro obiettivo è valutare quanto il profilo genetico della SM si collega alle malformazioni venose cerebro spinali. Occorre, secondo Ferlini,  continuare con le collaborazioni, fare massa critica per raggiungere consenso scientifico con il fine primario di accelerare la ricerca per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Tre punti importanti da sottolineare, secondo Zamboni: prove scientifiche auto-evidenti della esistenza di CCSVI; ritardo degli studi randomizzati porta le persone malate a fare errati viaggi della speranza; la forza travolgente dell’interesse dei pazienti a livello internazionale.

Chiara Pannullo