Il supertelescopio parla italiano

Il 25 maggio è entrato in funzione in Arizona un nuovo telescopio. Puntato su una particolare zona della calotta stellare, il telescopio, laddove si vedeva una stella con una forte luminosità, ne ha individuate ben tre. Il nome dello strumento è inglese, LbtLarge Binocular Telescope -, ma il cuore è italianissimo. E’ infatti il risultato di 15 anni di ricerche effettuati nell’Osservatorio di Firenze, sotto la guida del tecnologo Simone Esposito.

“Non credevamo ai nostri occhi quando abbiamo visto i livelli di dettaglio cui è subito arrivato il telescopio, sin dalle prime immagini di prova”. Così commenta incredulo il responsabile Esposito. Lbt risulta il più grande e complesso macchinario sviluppato in astrofisica: è composto da due enormi specchi parabolici di 8 metri di diametro ciascuno, montati su oltre 20 metri di montatura metallica. 900 tonnellate il peso complessivo e, nonostante questo dato, la macchina è capace di movimenti precisi al millimetro.

I principi che ne regolano il funzionamento sono quelli dell’ottica adattiva. I due grandi specchi raccolgono la luce proveniente dalle stelle e la inviano ad un altro specchietto molto più piccolo (90 centimetri di diametro).  Come spiega Pietro Salinari, astronomo che dal 1992 studia come produrre questo macchinario, lo spessore di quasi 2 centimetri dello specchio più piccolo, permette allo specchietto stesso di deformarsi, così da contrastare lo sfuocamento dell’immagine della stella dovuto a particolari agenti atmosferici. I 672 micropistoni montati sotto lo specchio e gestiti da un computer a 300 Gigaflops (il flop è l’unità di misura del numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo dalla CPU di un computer) garantiscono, infine, la correzione della definizione dell’immagine della stella osservata.

La tecnologia messa a punto dai ricercatori di Firenze è stata tranquillamente venduta sul mercato e ha permesso il rientro, nel nostro paese, di ben 10 volte la somma investita in questa ricerca. E se i nuovi telescopi europei e americani previsti per il decennio saranno realizzati, le commesse potrebbero aumentare di circa 100 volte rispetto l’investimento.

Augusto D’Amante