Sono state ventiquattro ore di scontri e grande tensione quelle appena trascorse a Milano, in zona Porta Genova, tra Ripa Porta Ticinese e Via Savona.
Le danze si sono aperte ieri mattina, intorno alle 9 e 30, quando almeno cento uomini del reparto celere hanno fatto irruzione e sgomberato lo stabile di Ripa Porta Ticinese 83, occupato da alcuni anni dai movimenti della città che all’interno avevano recuperato una trentina di appartamenti, abitati da circa sessanta persone, e dato vita al “Laboratorio Zero”, spazio culturale adibito a progetti teatrali e musicali.
Lo sgombero, come denunciato dal movimento, è da attribuire alla politica portata avanti dall’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, già esponente di spicco del Movimento Sociale Italiano, responsabile anche del tentato sgombero del centro sociale “Cox 18”, poi rioccupato in seguito ad un corteo cittadino cui parteciparono, con l’appoggio, tra gli altri, di Dario Fo, Paolo Rossi e Moni Ovadia, circa 10mila persone.
Nel pomeriggio, intanto, si è tenuto di fronte alla prefettura un presidio contro gli sgomberi, per il diritto alla casa, promosso dai sindacati di base e dai movimenti milanesi perché “le case sono diventate di carta, – come recitava l’appello de “Il Cantiere” – sono state immesse sul mercato finanziario per produrre redditività e sostenere il sistema economico delle banche. Ci sono oltre 5mila case vuote e dal 2007 a oggi ci sono state meno di 2mila assegnazioni. […] E intanto i regali ai vari Scajola, Castelli, Lunardi, Matteoli, e gli appalti truccati, i terreni venduti, le tangenti pagate, la gestione mafiosa… un sistema consolidato che coinvolge la criminalità organizzata e i vertici della protezione civile, le istituzioni a molti livelli e spesso anche uomini di Chiesa, in cui a pagare sono sempre i più poveri, e ad arricchirsi sempre gli stessi”.
In serata, invece, in Piazza 24 maggio si è formato un presidio in solidarietà al “Laboratorio Zero”, partito in corteo verso le 22, ormai forte di alcune centinaia di partecipanti. Al termine della manifestazione, non autorizzata, i ragazzi dei movimenti sociali sono riusciti a eludere la pressante vigilanza delle forze dell’ordine presenti e circa quaranta attivisti, scampati alle ripetute cariche della celere, hanno occupato un nuovo stabile, in Via Savona 18, con l’intenzione di riaffermare il diritto alla casa per chi è stato sgomberato e l’esigenza di spazi culturali come unica via per risolvere il “problema sicurezza”, affrontato con metodi fallimentari dall’attuale amministrazione, come dimostrato dai fatti di Via Padova del febbraio scorso.