“Mi sto appassionando allo Sviluppo Economico”: il Cav. e l’interim infinito

All’assemblea di Confcommercio il premier l’aveva detto. Tra le tante. Sapete, “mi sto appassionando al Ministero per lo Sviluppo Economico“. Un interim piuttosto lungo, dato che la carica continua a mantenerla da oltre un mese e mezzo. E visto che “interim” starebbe proprio per “provvsiorio”. Ma niente: fallita la corte alla Marcegaglia, con bocciatura per “non-alzata di mano” all’assemblea di Confindustria, a Silvio Berlusconi è toccato continuare a gestire il ministero dell’Industria. Cosa che evidentemente non pare procurargli troppo fastidio, malgrado sia proprio quella poltrona a decidere sulle sorti dell’assegnazione delle frequenze per il digitale terrestre. Senza parlare del lavorio che dovrebbero meritare tutte le vertenze sindacali lasciate in sospeso dalle dimissioni di Scajola, e tutt’ora in stand by.

Il conflitto d’interessi, allora, si fa più evidente.”Silvio Berlusconi è il proprietario del più grande gruppo televisivo privato italiano e in questo momento è anche, da quasi due mesi, ministro della Televisione: è un livello di conflitto di interessi francamente scandaloso, oltre che sfacciato”, racconta alla stampa il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. “E’ un fatto istituzionalmente gravissimo, un conflitto di interessi che non esiste, in questa forma e dimensione, in nessun Paese europeo e probabilmente nel mondo”, sottolinea il senatore vicino all’ex leader ulivista Romano Prodi. “Quello che Berlusconi non dice – conclude – è che gli interessa farlo. Per questo mantiene l’interim e non trova un sostituto”.

Paola De Micheli, responsabile piccole e medie imprese del Partito Democratico, ci mette il carico. “I conflitti di interesse di Berlusconi non ci contano più. L’interim allo Sviluppo Economico è inaccettabile. Il Paese ha bisogno di avere un ministro che si dedichi animi e corpo allo sviluppo della piccola e media impresa, a una politica industriale che oggi non esiste, a una strategia energetica del tutto assente”, spiega la dem.

“Sarebbe bene che Berlusconi capisse che il ministero dello Sviluppo Economico è una cosa seria, che non si può fare part-time. E c’è un’altro problema: l’assenza di un ministro è la fotografia delle divisioni della maggioranza sulla politica economica. Non c’è il consenso a nomi che Berlusconi sta buttando sul piatto per quel dicastero. Da una parte – continua De Micheli – c’è la sua volontà caparbia a voler seguire i suoi interessi, dall’altra c’è un problema politico: non sono in grado di fare un nuovo ministro”.

Vincenzo Marino