1-0 all’esordio con la Nigeria, rotondo 4-1 rifilato alla Corea del Sud al secondo turno. L’avvio mondiale di Diego Armando Maradona non poteva essere dei migliori. Il criticatissimo ct argentino, reduce da una qualificazione in Sudafrica sofferta e densa di polemiche, si sta lentamente prendendo dolci rivincite. E’ vero, senza elementi di forza e carisma quali Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso l’Albiceleste rischia di essere meno solida in fase difensiva. Ma con quell’attacco, di cosa si può mai aver paura? Messi, Tevez e Higuain sono i tre uomini scelti dal ‘Pibe’ per formare il reparto offensivo titolare della sua nazionale. Un tridente splendidamente efficiente, in grado di creare molto e concretizzare il giusto. In un torneo così breve ed intenso, non è il caso di sprecare energie. Lo spettacolo? Quel che basta, l’importante è vincere e farlo bene. In modo netto, come piace a Re Diego.
Squadra che vince, non si tocca. Impossibile dunque modificare un attacco così prolifico ed efficace. Nel match contro la Corea, Gonzalo Higuain ne ha fatti ben tre. Senza stupire né incantare, mostrando tuttavia freddezza ed abilità sotto porta degne di un centravanti di spicco. E se ciò piace a Maradona, che esulta e festeggia dinanzi alla sua creatura, in panchina c’è un principe affatto contento di interpretare il ruolo di comparsa. Diego Milito, dopo una stagione letteralmente sontuosa, per strani paradossi calcistici si ritrova sconfinato nel parco riserve, aspettando una chance che a questo punto difficilmente arriverà. La tripletta del ‘Pipita’ dovrebbe aver chiuso definitivamente le porte dell’undici titolare al fuoriclasse dell’Inter. E il buon viso a cattivo gioco, utile a mantenere l’unità e la compattezza del gruppo, non può cancellare un sentimento di inevitabile e umano sconforto. E’ l’Argentina di Messi, Maradona ed Higuain. E anche del collettivo, ci mancherebbe. Ma il principe triste, sovrano del Bernabeu solo un mese fa, auspicava un percorso mondiale assai diverso.
Alessio Nardo