
Sul ritmo di ‘Se non cambierà / lotta dura sarà’, ma con messaggi della futura retorica berlusconiana (“Una domenica per stare assieme ed essere ancora liberi”), iniziavano le puntate di ‘Buona Domenica’ dell’annata 1994/95.
Il Premier era diventato per la prima volta Presidente del Consiglio e la Juventus si preparava al ritorno allo scudetto (con Lippi in panchina e Moggi alla guida della dirigenza). Noi, dal canto nostro, ignari che il Premier sarebbe stato tale altre due volte e che la Juventus avrebbe vinto a man basse una serie di altri tricolori, assistevamo ingenui alla nascita dell’impero Mediaset, che di lì a poco avrebbe iniziato a plasmare le nostre menti: perché l’impero non nasce con le puntate di ‘Dallas’ mandate in onda dopo il flop in Rai ma con programmi come ‘Buona Domenica’.
Con i giovanissimi Gerry Scotti e Gabriella Carlucci (ancora lungi dall’essere rispettivamente icona della tv italiana e parlamentare nelle fila del PdL) a condurre in diretta dallo Studio 11 di Cologno Monzese, ‘Buona Domenica’ non era ancora la vetrina di carne da reality che è diventato in seguito. Apprezziamo l’ingenuità dei tempi andati e godiamoci la sigla dell’edizione 1994/95 del programma pomeridiano di Canale 5, destinata sicuramente a rievocare ricordi.