Sclerosi multipla: arriva il test che la predice

La sclerosi multipla, prima causa di invalidità a livello neurologico, è una delle malattie delle quali non si sa ancora molto e per la quale è difficile formulare un’ ipotesi valida che dimostri il motivo per cui colpisce così frequentemente giovani e adulti.
Di recente il professor Paolo Zamboni ha formulato na teoria: è possibile che la SM colpisca chi ha problemi di circolazione del sangue.

Anche questa, però, è pur sempre solo un’ ipotesi. Di recente, però, è stato svolto uno studio a Tel Aviv, in Israele, che potrebbe fare in modo che venga creato un test che predica la Sclerosi Multipla con ben nove anni di anticipo.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine di Neurobiology of Desease.

Lo studio, condotto dall’università di Tel Aviv, ha esaminato il sangue di un gruppo di soldati israeliani cercando dei marcatori in grado di indicare la comparsa della patologia nel corso degli anni successivi.
Il coordinatore della ricerca, Anat Achiron, ha dichiarato: “l’analisi del campione ci ha permesso di confrontare l’espressione genica delle cellule del sangue nelle persone sane, con quelle di chi ha sviluppato la malattia nel corso degli anni. In questo modo abbiamo individuato dei marcatori che caratterizzano sclerosi multipla. Non sappiamo ancora come trattare i malati di sclerosi per prevenire l’insorgenza della malattia, ma questa ricerca fa ben sperare perché è come se avessimo provato a individuare la firma di questa patologia”.

Già in passato, molti centri di ricerca si erano soffermati sulla possibilità, niente affatto remota, di prevenire la malattia. Ad esempio uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Genetics ha individuato una variazione del Dna causa di un aumento significativo di probabilità di insorgenza della sclerosi multipla.

Lo studio ha coinvolto anche le università di Cagliari e Sassari: è risaputo che, per motivi ancora non noti, è molto alta l’incidenza di SM in Sardegna. Ebbene, la ricerca ha analizzato quasi 1800 persone originarie dell’isola, divise equamente fra sani e malati, scoprendo una variazione del gene Cblb, alla base di una più alta probabilità di sviluppo della malattia.

Il direttore dell’Inn-Cnr, Francesco Cucca, che ha coordinato il progetto di ricerca, afferma: “i tempi non sono brevi ed è difficile fare previsioni. Si tratta di una linea di ricerca di base per trovare le cause della malattia e nuovi potenziali bersagli per terapie future, ma il percorso è ancora lungo. I risultati sono coerenti con studi genetici su modelli animali. Nel topo, l’assenza di questo gene causa l’encelofamielite autoimmune, malattia simile alla sclerosi multipla, indotta sperimentalmente in questi animali”.

Giorgio Piccitto