La Corte Costituzionale ha, nei giorni scorsi, dichiarato l’illegittimità costituzionale del cosiddetto decreto “sblocca centrali” che dava al Governo mezzi e poteri straordinari, che potevano essere utili, per ammissione dello stesso Ministro dell’Ambiente che li criticava, anche per la localizzazione delle centrali atomiche. E’ un’ottima notizia soprattutto per chi, come il governatore della regione Puglia Vendola, ha dichiarato che che il nucleare in Italia si può fare “solo con i carri armati”.
La Consulta ha bocciato l’articolo 4 commi 1,2,3,4 del decreto legge primo luglio 2009, n. 78 dopo il ricorso delle regioni Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e la Provincia autonoma di Trento. L’articolo 4 riguarda “interventi urgenti per le reti dell’energia” e al comma 1 prevede che il Consiglio dei ministri su proposta dei ministri competenti “individua gli interventi relativi alla trasmissione e alla distribuzione dell’energia, nonché, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate, gli interventi relativi alla produzione dell’energia, da realizzare con capitale prevalentemente o interamente privato, per i quali ricorrono particolari ragioni di urgenza in riferimento allo sviluppo socio-economico e che devono essere effettuati con mezzi e poteri straordinari”. Bocciati, quindi, anche i poteri di sostituzione e di deroga rispetto agli Enti Locali attribuiti dal comma 2 dell’Articolo 4 ai Commissari nominati dal Governo.
Si tratta di una prima buona notizia, in attesa della pronuncia più importante della Corte Costituzionale: quella del prossimo 22 giugno sulla delega al Governo per l’autorizzazione delle centrali nucleari contenuta nella legge 99/09. Ricordiamo che a ricorrere nello scorso autunno sono state undici regioni e per loro la delega non sarebbe illegittima per quello che dice, ma per quello che non dice. Si macchierebbe di incostituzionalità nella misura in cui non impone espressamente al Governo di rispettare le competenze delle Regioni in materia di energia nel disciplinare la produzione di energia da fonte nucleare. Si tratta comunque di un ricorso particolarmente importante poiché potrebbe restituire alle Regioni il potere di veto sulla realizzazione di impianti nucleari sul proprio territorio.
di Roberto D’Amico