Don Gelmini a processo per molestie. Il PdL lo difende

L’avvocato difensore di don Pierino Gelmini ha informato questa sera i cronisti che il noto ex sacerdote, oggi 86enne, sarà sottoposto a processo, con l’accusa di molestie sessuali, a partire dal marzo del prossimo anno, presso il tribunale di Terni.
Secondo le indagini della procura, iniziate nell’agosto del 2007, don Gelmini avrebbe infatti abusato, tra il 1999 e il 2004, di alcuni ragazzi ospitati nella sua “Comunità Incontro” di Amelia, fondata nel 1963 per accogliere le vittime della tossicodipendenza. Almeno due delle dodici vittime, secondo i dati nelle mani degli inquirenti, all’epoca dei fatti erano minorenni.

Nel corso dell’udienza preliminare sono stati ascoltati una decina degli accusatori dell’ex vescovo, con la formula dell’incidente probatorio che permette di utilizzare tali dichiarazioni anche durante lo svolgimento del processo. I ragazzi hanno raccontato di essere stati “molestati, palpeggiati e costretti ad atti sessuali”.
La madre di uno di loro, Patrizia Guarino, è stata invece rinviata a giudizio con l’accusa di aver favorito don Gelmini rivelandogli le accuse formulate dal figlio contro la sua condotta a proposito di possibili abusi sessuali.
Don Gelmini continua comunque a rivendicare la propria innocenza, nonostante abbia deciso, due anni fa, di rinunciare allo status di prete, con richiesta ufficiale al papa, al fine di potersi difendere con maggiore efficacia nelle sedi giudiziarie.

Sono invece convinti della totale innocenza dell’ex vescovo, ad un anno dall’inizio del processo, Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, intervenuti a nome del Popolo delle Libertà.
“Resto convinto – ha spiegato l’ex ministro delle Comunicazioni – che il giudizio confermerà che don Gelmini ha agito e agisce per difendere la vita di migliaia e migliaia di persone strappate alla droga e all’emarginazione in ogni parte del mondo”.
Mentre per Giovanardi “la testimonianza di decine di migliaia di giovani e delle loro famiglie e una vita spesa per salvare migliaia di ragazzi dall’incubo della droga non sono stati sufficienti per la giustizia italiana”.

Intanto due settimane fa proprio Maurizio Gasparri è stato uno dei firmatari, insieme ad altri importanti esponenti del PdL, dell’emendamento 1707 che chiedeva una variazione dell’articolo 380 del codice di procedura penale, affinché non ci possa più essere “l’obbligo di arresto per chi verrà sorpreso a compiere violenze sessuali di lieve entità verso minori“.