Manifestazione Pd al Lottomatica: Bersani attacca manovra, Governo e Lega

La chiamata democratica prende le mosse a Roma, al Pala Lottomatica. E’ da lì che il segretario Bersani lancia la sfida al governo, e al partito. “Questa manifestazione non è la fine della nostra mobilitazione ma l’inizio. Abbiamo in testa un’altra Italia e oggi comincia la campagna d’estate sui temi sociali e democratici”.

Non solo manovra, dunque, ragione della manifestazione odierna nel forum romano. C’è da spiegare, valutare e delineare le future mosse del partito contro l’intero esecutivo: da un Berlusconi che “racconta solo balle” all’idea di Pd che l’ex governatore dell’Emilia Romagna ha in mente: “Questo è il Pd che io ho in testa. Un partito con mani, cuore, testa e piedi dentro la società, dentro i problemi della gene comune”. “E’ il modo di essere che ci darà la strada di un grande partito popolare”.

Una rassicurazione che viene dal palco del Lottomatica, a chiunque intenda quella di oggi come una giornata poco positiva: “questo non è il punto di arrivo, ma l’inizio, gambe in spalla perché inizia la campagna d’estate” che si svolgerà soprattutto nelle “migliaia di feste che saranno la nostra vetrina vivente”.

Ma non solo: da palco e platea l’insofferenza verso una Lega persino “dura sull’Inno d’Italia e molle con il Cavaliere”, verso una classe dirigente che sembra non poter fare a meno del premier, alla quale Bersani richiama le gravi responsabilità dello scotto  “che il Paese pagherà” a epopea berlusconiana conclusa.

E’ la Costituzione, comunque, a ritornare più volte nelle parole dell’ex ministro del governo Prodi. “Si vede chiaro dai suoi messaggi – e il riferimento è a Berlusconi – che la sua memoria, che pure è vivida, non arriva al secondo comma, allora glielo ricordiamo noi: quelle forme e quei limiti sono una magistratura indipendente, una libera informazione, e che tutti sono uguali di fronte alla legge. Se tutto questo non si può cambiare e se non gli piace va a casa”. La nostra Carta, è il giudizio dell’ex Pci, “è la più bella del mondo, che ci ha dato il meglio che siamo. Dobbiamo darle nuovo vigore affinchè possa darci il meglio di quello che saremo. Siamo indietro noi, non la Costituzione”.

“La teoria di un uomo solo al comando – prosegue Bersani – che non ci ha portati mai da nessuna parte. Ha risolto i problemi suoi, non quelli degli italiani. La loro è una macchina – taglia corto – tarata per fare consenso non per governare. Non riesce ad affrontare i problemi, a guardarli in faccia come abbiamo fatto noi stamattina. Ma noi non permetteremo che una crisi sociale acuta porti acqua al mulino della crisi democratica, al cancro dell’antipolitica e dell’antistato”.

Quanto alla manovra, spiega il segretario, abbiamo inteso: “non c’e’ un’idea e ci riportera’ allo stesso punto di prima dopo aver dato un’altra botta ai redditi medio bassi”. Una manovra ”sbagliata, depressiva, che riduce i consumi e gli investimenti, e dove non c’e’ nulla che sappia di crescita e di sviluppo. Più di 2000 emendamenti e nemmeno un’idea”. La similitudine, una delle figure retoriche preferite dal Bersani segretario, si sposta sull’edilizia.  “E’ un pilastro virtuale. E se casca il pilastro virtuale casca la casa. E con gli strumenti che ha messo, temo che la casa sia traballante”. Ecco, “dà una pistola in mano alle Regioni e ai Comuni perchè sparino al popolo”.

Ma quali le proposte costruttive dei dem? “Quante volte dobbiamo dirci liberali prima di toccare un petroliere?”, si chiede Bersani. “Ma quanti turni devono fare gli operai perchè si possa toccare un petroliere? Andremo a disturbare anche i protagonisti del più colossale scudo-imbroglio – spiega – se gli evasori avessero pagato il giusto con 105 miliardi avremmo fatto due manovre. Ma il governo li premia esentandoli dal redditometro”.

Oltre al segretario sono i governatori locali a tuonare contro manovra e governo: è Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna, a spiegare che “non alzeremo bandiera bianca, non ci convinceranno che questa manovra non cambia”. Aggiunge Sergio Chiamparino, sindaco di Torino: “con questa manovra vengono tagliate le risorse e le ginocchia”).

Vincenzo Marino