E’ stato smantellato dai carabinieri un giro d’affari gestito da un’organizzazione criminale che aveva puntato sulle macchinette da gioco truccate. Cosa nostra dunque aveva trovato un sistema di guadagno nelle macchine del videopoker. L’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Siracusa, denominata appunto “Videopoker” ha scoperto che un gruppo locale di mafiosi aveva collocato e alterato le apparecchiature da gioco in diversi esercizi pubblici della città.
Il gip di Catania, dopo il blitz di stamattina, ha emesso 5 ordinanze di custodia cautelare. Gli arrestati, mediante modifica di alterazione delle macchinette, erano riusciti ad eludere il collegamento con i Monopoli di Stato, con l’obiettivo di evadere l’imposta e diminuire le percentuali di vincite in denaro così da aumentare il più possibile i loro guadagni. Nel corso delle indagini, nel mese di gennaio 2009, erano già stati sequestrati 80 apparecchi alterati, 120 schede da videogioco, 4 computer e la somma di circa 30 mila euro facente parte dei profitti illeciti. I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina presso il comando provinciale dei carabinieri di Siracusa.
Nell’ultimo decennio, in molti Paesi, il gioco d’azzardo ha visto una grandissima diffusione, quasi a macchia d’olio. Si gioca nonostante si abbia la consapevolezza che la realizzazione e la programmazione dei videopoker è assai complessa, è un insieme di meccanismi matematici che da vita ad un sistema che prevede una sequenza fissa di vincite, al di là di qualsiasi bravura o dell’attesa fortuna del giocatore.
La febbre per il gioco d’azzardo sta diventando una vera piaga, soprattutto per i giovani, e rischia di essere la malattia emergente del nostro millennio. Con i circuiti del piacere perennemente stimolati nel nostro cervello da messaggi e sollecitazioni esterne, il gioco d’azzardo patologico e compulsivo rischia di diventare la nuova tossicodipendenza senza droga. E se, come in suddetto caso, a ciò si aggiunge che giocare equivale a rimpinguare le tasche della mafia siciliana, allona conviene restare a debita distanza dalle macchine da gioco.
Sabrina Ferrante