Berlusconi: “bavaglio” entro l’estate e Fini la smetta

Oggi pomeriggio si è tenuto a Palazzo Grazioli, residenza romana del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un incontro fra i vertici del Popolo delle Libertà, presenti Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, coordinatori del partito, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, capigruppo di Camera e Senato, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, sottosegretari alla presidenza del Consiglio e l’avvocato del premier Niccolò Ghedini.
Le conclusioni pubbliche dell’incontro sono state affidate al coordinatore Denis Verdini che ha spiegato come al centro della discussione sia stata posta l’approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni.

“Abbiamo discusso del calendario parlamentare. – ha spiegato ai cronisti – Vogliamo approvare le intercettazioni, la riforma universitaria e la manovra entro la pausa estiva, almeno ci proviamo. […] Sono state messe in conto anche possibili modifiche al ddl intercettazioni per poter approvarlo entro questa scadenza”.
Possibile, quindi, che nonostante l’appello del Capo dello Stato a dare massima precedenza alla manovra economica e alle norme rese necessarie dai risvolti della crisi, il PdL cerchi di prolungare a “ritmi serrati” (parola del ministro La Russa) i lavori parlamentari fino alla prima settimana di agosto pur di approvare la legge sulle intercettazioni, anche a rischio di sacrificare il dibattito su economia e scuola.

Ancora nel pomeriggio il sindacato dei giornalisti, l’Fnsi, ha rilanciato l’appuntamento del primo luglio, dalle 17 in Piazza Navona a Roma, “contro il bavaglio” e lo stesso ha fatto il Popolo Viola, rilanciando anche il “No Bavaglio Day” del prossimo 9 luglio, sempre a Roma.

Il premier Berlusconi, intanto, in un’intervista rilasciata al magazine “Oggi”, in edicola da domani, si è detto sicuro che “la stragrande maggioranza degli italiani è d’accordo con me sull’assoluta necessità della legge sulle intercettazioni“, indispensabile per contenere “una cultura giustizialista che accomuna una piccola lobby di pm politicizzati e la lobby dei giornalisti“.
Qualche parola anche per i rapporti con Gianfranco Fini, ancora ieri protagonista di un teso scambio di battute con Bossi; “io non sono mai stato in guerra con nessuno, – spiega Berlusconi – e litigare è cosa estranea al mio Dna. […] In un grande partito può anche accadere che vi siano opinioni diverse, poi però si vota e alla fine la decisione che raccoglie il maggior numero di voti deve valere per tutti. Se si stabilisce questo metodo democratico, non possono esserci strappi, inutili provocazioni quotidiane o polemiche continue”.
Se Fini se ne andasse – conclude – “sarebbe una enorme delusione innanzitutto per i nostri elettori. Il nostro popolo, il Popolo della libertà non lo capirebbe”.