Buone notizie per il cinema italiano. Trionfo azzurro al Film Festival di Shanghai. L’Italia cinematografica ha portato a casa un ottimo bottino vincendo ben tre premi nella 13° edizione del Festival. Il risultato è dei migliori. Il cinema prende così una boccata d’ossigeno nonostante la grossa crisi e la volontà di non programmare cine cocomeri per questa estate visto che il pubblico è abbastanza restio a chiudersi in una sala buia quando fuori c’è il bel tempo e fa caldo.
A classificarsi ai primi posti sono stati Baciami Ancora, l’attesissimo film di Gabriele Muccino, che ha vinto come miglior film e migliore sceneggiatura. Il regista dopo aver conquistato l’America e attori del calibro di Will Smith ora conquista anche la Cina. Successi internazionali che portano lustro a Muccino in prims e poi anche al nostro Paese. Vittoria Puccini, l’attrice di Elisa di Rivombrosa, che ha vinto come miglior attrice proprio per il ruolo da protagonista in Baciami Ancora. L’attrice è entrata nel cast del film dopo che la Mezzogiorno aveva rifiutato di girare, a fianco di Stefano Accorsi, il seguito dell’Ultimo Bacio.
Se si analizza però l’anno cinematografico cinese si può vedere la storia di una vittoria annunciata. Nella recente cinematografia cinese si può osservare infatti una vena introspettiva. La volontà quindi di analizzare gli impatti dei cambiamenti sociali e soprattutto personali causati dallo scorrere del tempo. Baciamo Ancora è proprio questo. Con queste premesse Muccino non poteva non vincere. Il suo film da scuola al cinema cinese. Gli spiega come mettere sul grande schermo la psicologia interna delle persone, le loro paure, le loro voglie nascoste, come mettere in scena i rapporti che legano le persone. Rapporti malati, rapporti sbagliati, ma anche buoni rapporti. Quei buoni rapporti che a volte non si riconoscono subito perché ci vuole un po’ di esperienza in più per comprenderli e per saperli apprezzare. Quei buoni rapporti che si ottengono solo dopo essere passati per qualche strada in salita. Muccino porta l’occhio occidentale, una nuovo punto di vista con cui i cinesi possono confrontarsi e cimentarsi.
La vita delle persone, i rapporti che queste intrattengono con gli altri, ecco cosa volevano vedere i cinesi. Muccino ha dato loro la possibilità di capire che alla fine, nonostante le distanze temporali, abbiamo tutti gli stessi problemi. In fin dei conti siamo tutti uguali. Ciò che fa la differenza è proprio come il tutto viene rappresentato e narrato. Risiede tutto nella magia del saper raccontare. Muccino lo sa fare bene e in un modo che risulta tutto italiano, forse anche i cinese prenderanno spunto per poi trovare una strada tutta loro.
Alessandra Solmi