Padre e figlia massacrati a colpi di pietra e uccisi

 Una morte terribile. Massacrati a colpi di pietra e uccisi nelle campagne di San Ferdinando di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani.

Si tratta di cittadino di origine bulgara di 40 anni, Petrov Lybentasev, e della figlia 18enne, Tedorka Lybenovataseva. I carabinieri hanno trovato il cadavere dell’uomo all’interno di un pozzo mentre quello della ragazza all’interno di un vicino casolare, la ragazza, di 18 anni, è stata brutalmente colpita con un bastone alla fronte.

A chiamare i militari un altro familiare sopravvissuto all’aggressione: il figlio 20enne.Il ragazzo adesso è ricoverato all’ospedale di Barletta.

Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, gli aggressori avrebbero colpito padre e figlia con calci e pugni, massacrandoli.

Il giovane è scampato alla stessa sorte dei suoi familiari solo perché è riuscito a scappare dal casolare durante il raid degli aggressori. A quanto riferiscono i medici dell’ospedale “Dimiccoli” di Barletta, dov’é ricoverato in stato di shock, ha riportato ecchimosi e traumi per le percosse, giudicati guaribili in una settimana. Ha raccontato, in modo confuso e senza troppi particolari, dell’aggressione e in maniera confusa e generica.

Il 40enne poi è stato finito a colpi di pietra prima di essere scaraventato in un pozzo a poca distanza dall’abitazione. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Ferdinando e della compagnia di Cerignola e i vigili del fuoco.

Secondo la testimonianza del superstite, il violento pestaggio sarebbe avvenuto per opera di tre connazionali bulgari rom, adesso ricercati. Nell’area dell’Ofantino vive una folta comunità proveniente dall’Europa dell’est, persone che per lo più si dedicano all’agricoltura o ad attività connesse. Al momento non vi sono ipotesi privilegiate ma si vaglia tutto: da un’eventuale pista passionale al coinvolgimento in attività illecite, magari collegate a gruppi della criminalità locale o a regolamenti di conti interni alla comunità di appartenenza.

Anche se l’idea più accreditata è che la lite sia sfociata nel duplice omicidio, perché i tre volevano impadronirsi del casolare sfrattando la famiglia che lì viveva in condizioni di assoluto degrado.

 Chiara Pannullo