Pomigliano D’Arco, 23 giugno 2010. Il referendum svoltosi ieri allo stabilimento Fiat ha ottenuto il 62,2% dei ‘si’ contro il 36% dei ‘no’. Circa i due terzi dei lavoratori si sono dichiarati in favore dell’accordo siglato tra il Lingotto e i sindacati il 15 giugno, eccetto la Fiom. Il fronte del ‘no’, ottiene un 36%, un numero che certamente peserà sulle future decisioni dell’azienda.
Il plebiscito non c’è stato, e la Fiat deve ora trovare una soluzione. La Fiom teme che il Lingotto possa ritirare il piano d’investimenti per 700 milioni di euro nascondendosi dietro la percentuale negativa registrata nella consultazione. Il sindacato ribadisce il no all’intesa e chiede che vengano riaperte le trattative per giungere ad un accordo condiviso.
Un po’ più morbida la posizione della vice segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, che commenta: ” I sì per il lavoro e i no per non cancellare i diritti. La partecipazione al voto era prevedibile, come la prevalenza dei sì: i lavoratori di Pomigliano si sono ritrovati improvvisamente arbitri di una contesa che preme su di loro e sulle loro aspettative personali perché in quel territorio, caratterizzato da un’alta disoccupazione, uno stabilimento come quello della Fiat svolge un ruolo essenziale e non sostituibile.”. La Cgil ritiene che ora sia necessario l’avvio degli investimenti e della produzione della Nuova Panda e la riapertura della trattativa per un’intesa condivisa da tutti.
Chiedono il rispetto dell’accordo e di tener fede agli impegni anche Fim e Uilm, pur esprimendo soddisfazione per l’esito del voto. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni sottolinea la vittoria “del lavoro e del buon senso”. Conclude il segretario nazionale della Fim Cisl Bruno Vitale: “I due terzi dei lavoratori hanno votato per il sì. Cosa ci si deve aspettare per Pomigliano? Bisogna chiederlo a Marchionne: sarebbe un Paese strano quello in cui si fa un accordo, si vince, e poi ci si comporta come se si fosse perso.”. Per la Fiat di Pomigliano e i suoi 5.000 lavoratori si preannunciano giorni decisivi.
Alessandra Maiorano