Zuckerberg a Cannes: “Per la mia generazione la privacy non è un valore”

Qualche giorno fa abbiamo annunciato che Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, sarebbe stato ospite al Festival della pubblicità che si tiene ogni anno a Cannes. Grande era l’attesa, da parte dei pubblicitari e non, per sentire parlare il fondatore del social network più diffuso al mondo. E lui non si è fatto attendere. Ha parlato principalmente di uno dei grandi problemi che Facebook deve affrontare quotidianamente: la Privacy.

Membro della generazione che è cresciuta con Internet, Zuckerberg afferma che non si aspettava di ottenere un successo così imponente nel momento in cui, con i suoi colleghi ad Harvard, creava il social network. “Sono stato abituato fin da piccolo – dice il CEO di Facebook – a vedere cose nuove, tecnologie interessanti, cresciuto con Napster, Wikipedia, Aol, e tutto il resto. Facebook è un’evoluzione naturale, perché non fa altro che rimettere al centro il motivo stesso della esistenza di Internet, la connessione tra persone“. L’evoluzione di Fb continuerà e determinante per questo fenomeno sarà la “personalizzazione” del sito. Attraverso i “social plugins“, gli utenti potranno personalizzare la loro pagina di Facebook introducendo nuovi widget attraverso un semplice drag&drop. E potranno migliorare anche l’interattività con altri utenti.

E per quanto riguarda la privacy? “Bisogna capire che le cose sono molto cambiate negli ultimi sei anni. E che il concetto di privacy che io ho non è lo stesso che ha mio padre ed è diverso anche da quello di una ragazzo di quattordici anni. Sei anni fa nessuno voleva che le proprie informazioni personali fossero sul web, oggi il numero delle persone che rende disponibile il proprio cellulare su Facebook è impressionante”. E’ un interessante spunto di riflessione quello che propone Zuckerberg. Che sottolinea anche l’ennesimo scontro generazionale: per la generazione precedente, rappresentata dai suoi genitori, la privacy era un valore; per lui e per i suoi coetanei, invece, “condividere è un valore“. Tutto ciò che un utente pubblica sul suo sito gli appartiene, e ognuno è libero di pubblicare ciò che vuole.

Il cambiamento degli ultimi anni è stato forte, prorompente e il “Sig. Facebook” delinea anche quella che è una delle cause di questo cambiamento. Prima di Facebook era normale e giusto partire con un’iniziativa creando un sito web. Ma si pensava alla piattaforma come qualcosa di verticale. Facebook, invece, pensa alla piattaforma interattiva come a qualcosa di orizzontale, che permetta l’uso del social network su più terminali, e non solo sul pc.

Augusto D’Amante