Il congresso Usa approva sanzioni unilaterali contro l’Iran

In compagnia o meno non importa: gli Stati Uniti ballano anche da soli. Dopo la quarta tornata di sanzioni Onu al programma nucleare di Teheran, il Congresso americano ha approvato un’ulteriore serie di sanzioni unilaterali destinate a colpire l’Iran, in particolare nei settori bancario ed energetico.

La Camera dei Rappresentati ha approvato nella giornata di ieri la legge con 408 voti a favore e otto contrari, dopo il precedente passaggio al Senato. La legge dovrà quindi essere firmata dal presidente Barack Obama per entrare in vigore e divenire effettiva, ma non ci sono perplessità su questo passaggio, da considerarsi più come una prassi che come un possibile ostacolo.

Il provvedimento può avere conseguenze enormi sugli affari iraniani, e non solo. Secondo la bozza approvata dal Congresso, infatti, qualsiasi azienda o persona che aiuti l’Iran a raffinare il petrolio o a sviluppare le capacità di raffinazione, e che mantiene il contatto con la Guardia rivoluzionaria islamica e le banche iraniane elencate nella lista di sanzione, subiranno le sanzioni. Un affondo decisamente più efficace, forse, di quello inferto dalle Nazioni Unite e dalla loro ultima tornata di sanzioni, approvata lo scorso 9 giugno.

Il documento Onu imponeva sanzioni alla Guardia Rivoluzionaria iraniana, alla maggiore compagnia di navigazione e 2 delle sue banche; in esso veniva anche esteso il bando alla vendita di armi e fissate regole per le interdizioni in mare di navi sospettate di portare componenti per i programmi missilistici e nucleare di Teheran. Sanzioni più nominali che effettive, di cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si era fatto beffe, paragonandole a “quei fazzolettini che finiscono nella pattumiera dopo che ci si e’ puliti la bocca”.

Ora però la musica è cambiata, visto che gli Stati Uniti hanno puntato – vedremo se con efficacia – a colpire la struttura economica della Repubblica Islamica. Anche con la musica diversa, comunque, a condurre le danze sono sempre gli Stati Uniti, ogni giorno più decisi – con o senza l’appoggio dell’Onu – ad aumentare le pressioni contro Ahmadinejad e soci.

Roberto Del Bove