Tre anni. Un tempo che può essere molto lungo ma anche decisamente breve. Parlando di giustizia potremmo definirlo abbastanza contenuto. E comunque ne è valsa la pena di aspettare. Gia perché dopo tre anni, finalmente, è arrivata dritta dritta dalla Corte Federale di New York una sentenza che si pone come pietra miliare nella regolamentazione in materia di condivisione dei contenuti on line, e soprattutto di tutti quei soggetti che attraverso tale attività fanno business.
Il giudice Louis Stanton si è infatti pronunciato a favore di Google nella causa in cui la Società veniva chiamata a rispondere dal gigante televisivo Viacom in merito a 24 ore di filmati pirata caricati su Youtube, servizio di proprietà del motore di ricerca. I fatti risalgono appunto a tre anni fa. All’epoca il network statunitense accusò il colosso del Web di aver consentito la pubblicazione, sul noto sito di sharing, di video tratti dai canali Mtv e Comedy Central, controllati proprio da Viacom. Stratosferica la richiesta avanzata: un risarcimento pari ad un miliardo di dollari per violazione del copyright.
Il contenzioso si è portato avanti per lungo tempo senza soluzione, fino all’improvvisa sterzata, circa due settimane fa, ai danni di Google. Presentate in via ufficiale alcune lettere in cui risultava evidente la conoscenza del problema da parte dei vertici Youtube. Infine, improvvisa quanto inattesa, la svolta. Il giudice, tenendo conto di tutti gli elementi, ha optato per la tesi sostenuta dalla difesa. Nella motivazione si legge infatti che «l’imputato aveva solo una generica consapevolezza della presenza di video pirata sulla piattaforma, ma non era in grado di identificarli nello specifico».
A sostegno delle conclusioni tratte sono stati portati alcuni esempi di comportamento corretto tenuto in precedenza da Google, come quando a febbraio 2007 furono prontamente rimossi, nell’arco di un solo giorno, 100 mila filmati segnalati dalla stessa Viacom. Quindi non vi è stata alcuna violazione del Digital Millenium Copyright Act. Forti le proteste alla sentenza da parte di Viacom, che denuncia l’errata interpretazione, da parte dell’autorità competente, dei documenti posti agli atti. Annunciato il ricorso in appello. Si attendono quindi nuovi sviluppi. Sperando che non trascorrano altri 3 anni.
Katiuscia Provenzani