Cuffaro, chiesta condanna a 10 anni per mafia

I pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno oggi avanzato una richiesta di 10 anni di reclusione per l’ex governatore della Regione Sicilia Totò Cuffaro, accusato di concorso in associazione mafiosa nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo, Vittorio Anania.
La pesante richiesta è frutto delle riflessioni fatte in aula dai pubblici ministeri che hanno spiegato come “i fatti di cui lo accusiamo sono veramente gravi anche per il suo ruolo di governatore regionale: per questa sua veste poteva partecipare in alcuni casi al Consiglio dei ministri. […] Abbiamo dimostratoche il sistema di controinformazioni messo in piedi da Salvatore Cuffaro era puntato a scoprire indagini sui rapporti tra la mafia ed esponenti politici o a lui collegati. È proprio la natura delle informazioni che ci fa capire la portata di questo sistema e di come si possa configurare l’accusa di concorso in associazione mafiosa“.

Nessuna attenuante, quindi, per la condotta tenuta da Cuffaro che, secondo l’accusa, già dal 1991 è stato protagonista di un “patto politico-mafioso stretto con esponenti di Cosa Nostra”.
A rendere possibile questo strettissimo rapporto fra l’ex governatore e la criminalità organizzata era, secondo i pm, l’imprenditore della sanità privata Michele Aiello, già condannato per associazione mafiosa a 15 anni e 6 mesi lo scorso gennaio, quando lo stesso Cuffaro si vide condannato a sette anni per favoreggiamento con l’aggravante della finalità mafiosa, inizialmente esclusa nel primo grado del processo, quando l’ex governatore festeggiò la sentenza offrendo un vassoio di cannoli ai giornalisti.

“Aiello ha stabilito negli anni un vero e proprio patto di protezione con Cosa nostra – ha spiegato l’accusa – che garantiva e tutelava l’espansione della sua attività imprenditoriale. Il rapporto tra Aiello e Bernardo Provenzano prevedeva una serie di prestazioni e controprestazioni di cui si agevolano entrambi. […] Possiamo sospettare quindi, anche se questo punto non è dimostrato, che ci fosse un rapporto societario di fatto tra Aiello e Cuffaro“.
Anche se “c’è anche il fatto che la moglie di Cuffaro, Giacoma Chiarelli, è stata protagonista di un trasferimento di quote che per pochi minuti ne ha fatto una socia dell’imprenditore (Aiello, ndr)”.