Mattatoio cinese nella cucina di un sushi bar

Che in Cina il rispetto per gli animali sia cosa molto diversa da quello che generalmente s’intende in occidente è cosa assodata. Il Governo cinese è infatti capace di condannare a 10 anni di galera un uccisore abusivo di un rarissimo esemplare di tigre e nel contempo ”permettere” lo scuoiamento di cani e gatti vivi a scopo di pelliccia, come ormai testimoniato da decine di orribili video. E’ noto anche che nel paese dalla tradizione millenaria i migliori amici dell’uomo finiscano sovente nel piatto. Una questione culturale, pare.

Nel retro di un “finto” sushi bar di zona Ticinese a Milano, finto perché gestito da cinesi e non da giapponesi, le forze dell’Ordine, su segnalazione di una donna hanno scoperto un vero e proprio mattatoio. Al loro arrivo, gli agenti hanno trovato una cucina praticamente inondata di sangue, di anatra per la precisione. Il “cuoco” sgozzava le anatre direttamente sul posto di lavoro, decapitandole con una mannaia. Se è vero che quelle anatre erano destinate a morire, in un modo o nell’altro, è anche vero che la crudeltà con cui veniva messa in pratica l’uccisione lascia abbastanza sbigottiti. Sembra infatti che anche il cortile dove venivano sistemate le anatre in attesa del loro triste destino fosse utilizzato come mattatoio. Nel frigo, diversi animali già surgelati.

La donna che ha segnalato il caso alle forze dell’Ordine, si era accorta passando di un  traffico sospetto di sacchi neri, depositati fuori dal retrobottega del negozio. Pensando fossero animali domestici la passante decideva di avvisare la polizia. Constatata l’incredibile situazione il locale è stato chiuso e sequestrato, il proprietario multato di 1000 euro ( una cifra purtroppo irrisoria) e l’autore materiale dello sgozzamento denunciato per maltrattamento. A parte la questione,per così dire, “animalista” , non certo trascurabile data la quotidiana lotta di migliaia di persone per instaurare una cultura votata al rispetto degli animali non umani, il caso del sushi bar di porta Ticinese ha posto anche una gravissima questione di salute.  Una cucina inondata di sangue di anatre non facenti parte del processo della catena alimentare e quindi con la possibilità di essere malate senza che nessuno lo sappia, visti i mancati controlli, non è certo l’ambiente che un comune avventore italiano si aspetterebbe di trovare, ne tantomeno, probabilmente, sarebbe disposto, sapendolo, a ingerire cibi preparati “lì dentro”. Sul caso anche l’intervento del vice-Sindaco di Milano De Corato, che ha rivolto un plauso alle forze dell’Ordine intervenute, precisando come molti ( non tutti ovviamente) cinesi continuino, nel loro operare,  imperterriti a trascurare totalmente ogni minima regola vigente .

A.S.