Dopo anni di ricerca e mille tentativi falliti e delusioni cocenti, finalmente, il professor Harim Breitbart, luminare della Bar Ilan University, scienziato, ricercatore ed esperto della Torah, ha raggiunto il suo obiettivo: «Ce l’abbiamo fatta, convocate la stampa nel campus di Ramat Gam». La sensazionale scoperta, che è costata numerosi sacrifici e diversi soldi, non è altro che “la pillola al maschile“, che eliminerebbe l’efficacia fecondativa degli spermatozoi.
La pillola contraccettiva femminile agisce grazie alla combinazione di piccole quantità di un estrogeno e di un progestinico. L’assunzione quotidiana di questi due ormoni inibisce gli eventi ormonali che inducono l’ovulazione.
Il meccanismo dell’ovulazione è controllato da un complesso sistema ormonale a tre livelli: nel sistema nervoso centrale l’ipotalamo produce un ormone detto GnRH ; questo agisce sull’ipofisi anteriore inducendo la produzione di due ormoni, detti FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante), che agiscono sull’ovaio determinando gli eventi che portano alla maturazione del follicolo e all’ovulazione.
Questi due ormoni sono soggetti ad un meccanismo di controllo da parte dell’estradiolo (ormone secreto nelle ovaie): infatti ad un aumento della produzione di estradiolo corrisponde una riduzione nella secrezione di FSH e LH.L’estrogeno ed il progestinico contenuti nella pillola, simulando gli ormoni naturali, sfruttano questo controllo, portando così ad una ridotta secrezione di FSH e soprattutto di LH da parte dell’ipofisi.
La riduzione dei livelli plasmatici di FSH inibisce lo sviluppo del follicolo ed in cocomitanza con la riduzione del picco di LH, impedisce l’ovulazione.
Il “pillolo” , invece, non è formato da ormoni, ma è composto sostanzialmente da una molecola che serve a neutralizzare lo sperma. Un compito che svolgerebbe depotenziando una proteina necessaria per la fecondazione.
«Questo metodo, pertanto, non andrebbe a inibire la produzione di spermatozoi, che raggiungerebbero comunque l’utero, ma si occuperebbe di neutralizzarne la capacità procreativa e consentirebbe di evitare, al cento per cento, gravidanze indesiderate»
La pillola, oltre ad apportare benefici (tra cui la prevenzione di tumori ovarici) ha diversi effetti collaterali, tra cui nausea, tensione mammari, depressione, leggero aumento di peso, possibile comparsa di cellulite e altri sintomi che si possono trovare elencati nel bugiardino che accompagna la confezione.
Il pillolo, invece?
Il pillolo sembra non avere alcun effetto collaterale: niente mal di testa, niente depressione, niente depotenziamento della virilità, nessuna riduzione del desiderio e persino un’altra invidiabile caratteristica: ogni singola pillola sarebbe in grado di garantire i propri effetti per tre mesi consecutivi.
Secondo una ricerca italiana, condotta da Eta Meta per conto del mensile «Al» su 950 uomini con una età compresa tra i 25 e i 55 anni, il pillolo sul mercato sarebbe destinato a un successo immediato.
La sperimentazione sui topi, al momento, è conclusa e si passa ad osservare le reazioni delle scimmie, nostri parenti più prossimi, tempo tre anni e anche gli uomini avranno il loro anticoncezionale!
Federica Di Matteo