Torna a far discutere la questione “crocifisso” dopo l’avvio dell’esame al ricorso italiano contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo che vieta l’esposizione del crocifisso nelle scuole e negli uffici pubblici. E sono ancora esponenti leghisti ad ergersi quali strenui difensori dell’identità cristiana del vecchio continente.
‘”Siamo fiduciosi che la Grande Camera della Corte Europea di Strasburgo decida per la libertà, per la tutela e il rispetto della nostra identità cristiana” ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia proprio al termine dell’udienza dell’Alta Corte Europea dei diritti dell’uomo (durata quasi tre ore) sul caso “crocifisso”, la cui sentenza sarà comunicata solo fra sei mesi. “Ancora una volta – prosegue Zaia – il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha indicato la giusta direzione: la laicità dell’Europa non deve calpestare identità e comune sentire di alcuni territori. Per ciò che riguarda il Veneto – sottolinea il governatore – da nessuna aula, né ufficio pubblico verrà tolto il crocifisso. L’intera tradizione europea e’ costruita anche su questo simbolo, cui non intendiamo rinunciare”.
Gli fa eco il deputato europeo e collega di partito Mario Borghezio, il quale dichiara: “La ‘”ratio” della causa promossa contro il Crocifisso è totalmente politica e ideologica. Infatti in punto di diritto, come bene è emerso nel dibattito odierno, è innegabile, in base al principio di sussidiarietà, la competenza nazionale su questo caso che coinvolge usi e tradizioni legate alla nostra identità profondamente cristiana. Cancellarli con un’imposizione da parte dell’Europa sarebbe da Stato totalitario. Al contrario, il crocifisso ha un profondo significato metareligioso di simbolo universale di pace e fratellanza, oltre a essere un simbolo di libertà, come dimostra l’accanimento contro di esso dei regimi totalitari comunisti”.
Pochi giorni fa anche il Presidente del Consiglio aveva tessuto gli elogi del ricorso italiano, dicendosi convito del sostegno alla causa da parte di tutta l’Europa cristiana. Ma ora spetta proprio all’Europa pronunciarsi sulla delicata questione.
Raffaele Emiliano