Diminuiscono i traumi cranici nelle fasce d’età al di sotto dei 40 anni a Forlì, soprattutto maschi, ma il numero cresce negli anziani. E’ quanto emerge dallo studio sul trauma cranico coordinato da Andrea Fabbri, dell’Unità Operativa Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza e 118 dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, pubblicato sulla prestigiosa rivista inglese di traumatologia “Injury”.
Un’analisi dei dati contenuti nel registro, istituito nel 1997 e in grado di annoverare oltre 20 mila casi, mostra come il profilo del soggetto con trauma cranico, a differenza di quanto accadeva in passato, non presenti più un picco di incidenza nelle fasce d’età tra i 20 e i 40 anni o oltre i 60. Al contrario, si nota una marcata diminuzione, negli ultimi tempi, fra le persone under 40, in particolare uomini.
La causa principale dei traumi è l’incidente stradale: oltre il 60% (di cui il 22% in moto, 20% in auto, 10% ciclista, 8% pedone, 2,5% camion). Il 30% circa dei pazienti ha invece subito trauma in seguito a caduta o schiacciamento, mentre solo il 6% subisce trauma da auto-lesione o lesione indotta.
“Il fenomeno – commenta Fabbri – potrebbe essere il risultato di una campagna di prevenzione efficace sulla sicurezza stradale operata dalle istituzioni”. Le considerazioni sul tema sono raccolte in uno studio intitolato “The Changing Face of Mild Head Injury: Temporal Trends and Patterns from 1997 to 2008”. “Il nostro lavoro fornisce importanti indicazioni sulle variazioni delle caratteristiche epidemiologiche dei pazienti con trauma cranico della realtà forlivese – spiega Fabbri -. Il registro, d’altronde, raccoglie in modo sistematico informazioni che riguardano i dati anagrafici, data e ora dell’evento, la tipologia di trauma, ad esempio se si tratta di incidente stradale o lesione accidentale o infortunio sul lavoro, la dinamica dell’evento, le caratteristiche del percorso diagnostico e l’esito a distanza di 6 mesi dall’evento traumatico”. L’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, sottolinea l’Ausl in una nota, si conferma così all’avanguardia anche sotto il profilo della ricerca scientifica.
I traumi cranici costituiscono eventi di notevole impatto individuale e sociale: sono eventi spesso mortali o con elevata probabilità di andare incontro ad esiti invalidanti permanenti, problemi di salute non immediatamente evidenti, ma capaci di incidere notevolmente sulla qualità della vita. Sul piano sociale la prevenzione, la cura, la riabilitazione e il reinserimento o l’assistenza domiciliare a lungo termine dei traumi comportano carichi notevoli per le famiglie colpite e per l’intera società.
Adriana Ruggeri