Tratto dall’omonimo romanzo di James Jones, “La sottile linea rossa” (titolo originale “The thin red line”) andrà in onda questa sera, alle ore 23:15, su Rete 4. La pellicola è diretta da Terrence Malick (che ne ha curato anche la sceneggiatura) ed è interpretata da Sean Penn e John Savage. Il film, anno 1998, ha ricevuto 7 candidature agli Oscar. L’ermetico titolo non si riferisce all’omonimo episodio della guerra di Crimea ma ad un verso di Rudyard Kipling, “tra la lucidità e la follia c’è solo una sottile linea rossa”.
Nel novembre del 1942, dopo un periodo trascorso a contatto con i nativi della Melanesia, il soldato Witt e un commilitone, entrambi disertori, si riaggregano alla compagnia di fucilieri Charlie. Il gruppo ha il compito di conquistare Guadalcanal, la maggiore delle isole Salomone, in Oceania. Le varie fasi del sanguinoso attacco a una collina controllata dai giapponesi e il finale della vicenda, sono narrate attraverso il flusso di coscienza dei protagonisti…
Il film è la seconda pellicola tratta dal romanzo “La sottile linea rossa” (1962). Il lungometraggio, quasi tre ore di vicende belliche, è l’unico, nella vasta gamma di pellicole di genere, in cui, per ben 40 minuti (i primi) non si odono spari nè esistono protagonisti ma solo personaggi che spiccano un po’ più di altri. Le varie figure che si alternano stamapandosi sullo schermo sono, però, personaggi incompleti, non sviluppati, che hanno il loro senso più profondo solo nel fascino della coralità. Il che sembra far pensare che Malick abbia scelto la guerra come veicolo per un altro genere di messaggio: l’uomo si pone domande universali che acquistano senso, maggiormente, nel contesto bellico: che cosa spinge l’umanità alla violenza, a perdere il senso della natura, della pietas, della bellezza? Film panteista; si presenta come un’esasperata preghiera di fine millennio sulle cose della natura, uomo comreso.
Valentina Carapella